Attualmente l’edificio si erge con la sua nitida facciata di impronta neoclassica da un terrazzamento che circoscrive l’area del sagrato.
Una gradinata conduce al portale di ingresso, il cui stipite esterno è costituito da una decorazione marmorea a cornice geometrica in aggetto.
Il colore grigio di tale motivo riprende quello delle ripartizioni che scompongono il fondo color giallo zafferano del fronte in una serie di riquadri delimitati verticalmente da semplici lesene: sei nell’ordine inferiore, quattro nell’ordine superiore, delineato lateralmente da un disegno curvilineo e culminante in un pulito frontone triangolare con cornice.
Orizzontalmente un marcapiano con la scritta DOMUS DEI ET PORTA COELI, appena al di sopra dell’ingresso principale, separa la parte inferiore da quella superiore, a sua volta distinta dal timpano da un analogo cornicione, spezzato al centro dallo spazio dipinto nella forma di un’enorme monofora, occupato in basso da una finestra e in alto da una lapide con timpano bombato.
Completano l’essenziale prospetto cinque sculture in pietra. Il campanile quadrangolare si innalza dal retro dell’edificio sul lato sinistro della facciata.
L’interno, a navata unica, è scandito da quattro campate e dotato di sette cappelle laterali, quattro a destra e tre a sinistra.
Il presbiterio, cui si accede tramite due gradini, è sormontato da una volta a crociera, riccamente decorata con raffinati ornati nei toni del bianco, dell’oro e dell’azzurro lungo i costoloni e attorno a un medaglione ottagonale che sulla chiave di volta ritrae il busto di Dio Padre.
Sotto la volta si erge il pregevole altare marmoreo che culmina in un tempietto circolare di gusto neoclassico, con cupoletta sorretta da colonne che racchiude un crocefisso.
Un imponente mosaico sul catino absidale, di esecuzione recente, domina la scena, con un Cristo Risorto.
NUmerose finestre illuminano la navata: quattro a destra, due a sinistra abbinate a due trompe l’œuil, e una sulla controfacciata.
XIII sec. – L’esistenza della chiesa dei Santi Pietro e Paolo è già storicamente convalidata nel XIII secolo grazie alla citazione di Goffredo da Bussero nel Liber Notitiae, mentre fonti non confermate ne ricondurrebbero le origini persino al IX secolo, all’epoca di Lotario, re d’Italia e successivamente imperatore del Sacro Romano Impero.
XVI sec. – Tra il XVI e il XVIII secolo costanti riferimenti alla parrocchia, a cui era preposto il vicario foraneo di Oggiono, ricorrono nei resoconti delle visite pastorali della diocesi di Milano. Quelli dell’epoca di san Carlo Borromeo attestano, ad esempio, che la struttura della chiesa dei Santi Pietro e Paolo aveva già acquisito le cappelle laterali oggi esistenti, che invece non comparivano nel censimento duecentesco dei beni religiosi diocesani di Goffredo, lasciando supporre per l’edificio dimensioni iniziali plausibilmente più ridotte.
1588 – La fondazione della parrocchia di Villa Vergano risale al 1588, come testimoniano le Scritture cinquecentesche della Pieve di Oggiono da cui dipendeva
1972 – Dal 1972 con la revisione dell’organizzazione territoriale della diocesi di Milano la parrocchia appartiene al decanato di Oggiono nella zona pastorale III di Lecco.
2010 – Vengono eseguiti lavori di restauro delle coperture della chiesa, lavori inseriti nel più ampio progetto di sistemazione degli ambienti attigui all’edificio di culto e attualmente ad uso dell’oratorio parrocchiale.
2014 – A seguito dei lavori sulle coperture, la parrocchia decise di intraprendere una campagna di restauro delle superfici interne della chiesa.