La chiesa è collocata nel centro storico di Acquate, orientata con abside verso est, e porticato sulla piazza, quest’ultimo sorretto da quattro colonne di ordine tuscanico.
Al portico si accede salendo tre gradini.
Il portale d’ingresso è incorniciato da elementi lapidei a sezione semplice.
Oltre al timpano del porticato, in facciata svetta il timpano corrispondente alla navata.
Entrambi sono delimitati da un cornicione modanato.
Soprastante il porticato si apre una lunetta che illumina la zona dell’organo.
Questa lunetta è costituita da serramenti metallici e vetrate artistiche istoriate che raffigurano “La Trinità”.
Il sagrato antistante la chiesa, dove trovano parcheggio numerosi autoveicoli, è pavimentato da porfido a cubetti, posati a ventaglio.
1300 – Notizie storiche circa la fondazione della chiesa non sono state reperite. L’edificio potrebbe essere molto antico, anteriore al 1400, già parrocchiale prima ancora di altre esistenti a Lecco. Negli Statuti di Lecco, istituiti nel XIV, si parla della chiesa di Acquate. La parrocchia non ebbe mai nessun obbligo verso il Prevosto di Lecco. Ciò dimostra una certa autorità e indipendenza.
Dalle notizie derivanti delle lotte Guelfo Ghibelline, fino a Filippo Maria Visconti, la chiesa di Acquate era già esistente con il suo cimitero antistante.
Non solo, una pergamena del 1403, sopravvissuta in archivio parrocchiale, è già testimonianza circa la sua esistenza in epoche antiche.
Fino al 1418 le cappellanie e gli altari laterali erano sei.
1500 – Durante tutto il Cinquecento diversi benefattori fondarono altre cappellanie. In particolare nel 1567, la famiglia Airoldi Marchesini istituì la cappellania dell’altare di S. Lucia.
Nel 1570 S. Carlo Borromeo ordinò agli Acquatesi di assoggettarsi alla prepositura di Lecco. Essi rifiutarono dicendo che la parrocchia era di Collazione Arcivescovile per diritto antico.
1608 – Con le visite pastorali di Federico Borromeo la chiesa di S. Giorgio era già di ragguardevoli dimensioni.
Un manoscritto del 1687 descrive la chiesa che aveva sette altari, il maggiore dedicato alla Natività di Gesù mentre gli altri dedicati alla Madonna, S. Rocco, S. Lucia, S. Antonio da Padova, S. Carlo, S. Caterina. Aveva il battistero, il campanile con orologio, tre campane e la sacrestia. Esisteva il vestibolo davanti alla porta maggiore, come aveva ordinato il primo Borromeo, le finestre che illuminavano la chiesa, le cancellate di ferro alle cappelle, un trono dorato per esporre il Santissimo e quattro busti per riporre le reliquie.
Nel 1685 si fabbricò l’organo con 10 registri, a cura di Giulio Cesare Ferrario di Milano.
1847 – La chiesa parrocchiale, sullo stesso perimetro di un tempo, venne ricostruita dal capomastro Francesco Vassena nel 1847, su progetto dell’ing. Adriano Gazzari di Castello. Si abbattè e si modificò l’antica chiesa per consentire la costruzione dell’attuale.
Il primo progetto di ricostruzione venne redatto dall’Ing.Bovara che, per mancanza di soldi si semplificò.
Nel 1857 fu soppresso il cimitero attorno alla chiesa per trasferirlo in altro luogo, su terreno donato dalla famiglia Locatelli.
Venne demolito il tetto dell’antico edificio, uniformato il pavimento, raddrizzati e sopraelevati i muri perimetrali. Venne costruita la grande volta a tutto sesto della navata e quella del presbiterio, ricostruito il coro, il tetto, le tre cappelle e il pronao.
Furono anche demolite la stalla e la cascina poste nel giardino davanti alla chiesa, per consentire l’allargamento della piazza.