La chiesa si trova all’incrocio tra due strade. Presenta un sagrato di piccole dimensioni che precede un portico d’ingresso. Sul sagrato si apre anche l’ingresso ad una corte privata.
Il prospetto principale è composto da due ordini che sorreggono il timpano superiore. Il primo ordine comprende il porticato d’ingresso, composto da quattro colonne libere in granito e paraste addossate alla parete di fondo del portico. Tutte realizzate con basamento e capitello in granito e fusto in muratura. La colonna libera a destra presenta una cerchiatura metallica quale rinforzo strutturale.
In in corrispondenza del secondo ordine si apre una finestra centrale con serramento di legno. Ai due lati della finestra troviamo due nicchie contenenti statue di angeli.
Le facciate laterali del portico e quella principale della chiesa sono intonacate e tinteggiate, mentre il resto della muratura esterna presenta intonaco rustico con conci di pietra a vista.
Internamente la pianta è a croce greca con due cappelle laterali e una terza cappella devozionale dedicata ai morti della peste.
In corrispondenza del portico, al piano superiore è presente un matroneo o tribuna che si affaccia direttamente verso l’aula e su due ambienti destinati a deposito.
La sacrestia si trova sul lato destro del presbiterio, accessibile anche dal un secondo ingresso, per mezzo di un corridoio che laterale alla chiesa.
1300 – Il Prevosto Sala riporta che nel Trecento le suore Umiliate avevano un loro cenobio sulla collinetta di Torba, prima di insediarsi presso il sito di palazzo Belgiojoso.
San Gregorio di Turba o Torba fu fondato nel Seicento per i morti della peste. In origine la cappella era dedicata alla B.V. Immacolata, convertita successivamente in Oratorio con l’altare in onore dell’Immacolata e S. Gregorio.
1728 – Intorno al 1728 l’edificio fu trasformato come lo vediamo oggi, con portico, campanile e le cappelle laterali. La ricchezza delle decorazioni e degli strucchi era dovuta, sin dall’origine, alla presenza di fedeli benestanti iscritti alle Confraternite che qui partecipavano alle pubbliche funzioni.
1826 – Dopo un periodo di abbandono e trascuratezza, la chiesa fu restaurata per volere del vicario Vanalli e del suo coadiutore Gaetano Albani, così da avere nella città di Merate le quattro chiese visitabili per l’Anno Santo in corso. In quel periodo, dalla vicina chiesa di S. Marta venne trasferita la Confraternita del SS. Sacramento in modo da offrire continuità di utilizzo e cura all’edificio.