La chiesa orientata a nord est si presenta arretrata rispetto all’attuale filo strada, collocata sul fondo di una piazzetta trapezoidale pavimentata ad acciottolato. La facciata principale a due ordini di lesene è caratterizzata dalle linee mosse in alternanza di concavità e convessità, ed è un rifacimento novecentesco in conglomerato e cemento martellato dell’originaria facciata settecentesca realizzata in arenaria. L’unico portone ligneo di accesso è inserito in un portale lapideo anticipato da una sorta di protiro su colonne di ordine composito, sovrastate da una ampia e articolata cimasa. Nell’ordine superiore, in corrispondenza della mezzeria si apre una ampia finestra anch’essa con terminazione composita. La facciata si concluse con un coronamento mistilineo. L’interno è a navata unica con pareti scandite da lesene corinzie scanalate che reggono una elegante trabeazione e inquadrano gli archi di accesso alle originariamente cinque cappelle laterali per parte, introdotte da arcate ad altezze alterne. Attualmente sono presenti tre cappelle sul alto sinistro e due sul lato destro. Il soffitto della navata è realizzato con una volta a botte con archi traversi in corrispondenza della partizione in campate interne in cui si aprono alternativamente coppie di unghie in cui sono presenti ampie aperture finestrate. Siccome utilizzata dai copti egiziani, il coro e la zona absidale non sono visibili in quanto è presente una iconostasi lignea intagliata con inserti in legno ed avorio che separa la navata dalla zona in cui viene consacrata l’Eucarestia.
XIV – L’antica chiesa a unica navata con copertura a vista, di cui probabilmente si conserva ad oggi la sola parte basamentale del campanile, risale alla prima metà del Trecento e doveva apparentarsi alle tipologie “mendicanti”. L’origine dei Celestini a Milano si colloca tra l’ultimo quarto del Duecento e il secondo decennio del Trecento.
1554 – Le condizioni della chiesa resero necessario il restauro del manufatto, intrapreso grazie all’appoggio dell’arcivescovo Giovan Angelo Arcimboldi.
XVII – Successivi interventi seicenteschi furono indirizzati ad aggiornare l’aspetto della chiesa; in particolare furono aperte alcune cappelle laterali come quella donata dal cardinale Monti nel 1640. La chiesa fu ornata con tele ancora conservate in loco tra cui San Mauro con Angeli di Cristoforo Stoner e alcune tele di ambito procacciniano (San Benedetto e una Assunta).
1735 – L’edificio ebbe una radicale trasformazione nel 1735 su progetto di Marco Bianchi che costruì una facciata in arenaria organizzata su due ordini, stilisticamente molto simile a quella della chiesa di San Francesco di Paola terminata negli stessi anni.
1737 – L’architetto Marco Bianchi fu impegnato anche negli interni: si occupò del restringimento della navata centrale realizzano la attuale volta a botte e della realizzazione di due spazi verso l’altare maggiore per corrispondenza all’organizzazione spaziale in prossimità della controfacciata.
1782 – I Celestini abbandonarono la chiesa e il convento; gli immobili vennero affidati fino al 1786 agli Agostiniani di Pavia.
1871 – L’Accademia di Brera affidò in deposito alla chiesa di San Pietro Celestino una tela raffigurante una Maddalena, attualmente collocata nel coro, opera firmata di Giovan Battista Trotti detto il Malosso e datata 1597. Nel corso dell’Ottocento la chiesa fu oggetto di una serie di interventi che ridefinirono in senso neoclassico l’interno.
1897 – Nel tempo la facciata in arenaria si deteriorò e nel 1897 se ne dovette rimuovere gran parte del paramento esterno. Con un legato del 1904 destinato alla chiesa di Giovanna Agrati si iniziò il restauro e la reintegrazione del prospetto con elementi in conglomerato e intonaci di cemento martellinato. I lavori furono diretti dall’architetto Alfredo Campanini, forse con il consiglio di Emilio Alemagna.
1907 – Nel 1907 furono scoperti i lacerti degli affreschi tutt’oggi conservati sulle pareti, sulla volta a crociera e nel sott’arco della cappella a piano terra della torre campanaria. Tra marzo e dicembre dell’anno successivo venne eseguita la decorazione interna della chiesa a chiaroscuro, a opera di Primo Busnelli di Meda su disegno dell’architetto Antonio Tagliaferri.
2007 – Progetto e realizzazione del restauro delle facciate laterali esterne e dei prospetti esterni del campanile della chiesa S.Pietro in Celestino a cura dell’arch. Sganzerla.
2010 – Rifacimento dell’impianto elettrico della chiesa.