la piccola chiesa, conosciuta con il nome la “Rotondina”, a causa della sua pianta circolare, viene eretta come oratorio campestre al fine di proteggere, custodire e preservare un affresco cinquecentesco.
Attualmente ha perso definitivamente la funzione di cappella campestre, a causa nel nuovo contesto fortemente urbanizzato in cui è inserita, localizzata nel mezzo di un bivio che porta al centro del paese o in uscita.
Internamente, sul paramento murario dell’absidiola, troviamo l’affresco dell’ Annunciata e, nonostante gli anni, l’immagine preserva una complessiva freschezza di colori sia per quanto riguarda i paesaggi, il viso e le mani. Ad un esame più approfondito è possibile notare in controluce i solchi a punta di chiodo che hanno disegnato sull’intonaco l’originaria composizione. In alcuni punti sono evidenti i ritocchi effettuati nel corso dei secoli: resta dubbio se l’angelo annunziante sulla sinistra della Madonna sia postumo, come farebbero supporre due documenti storici che menzionano come esistente solo la figura dell’ Annunciata. Sconosciuto l’autore che comunque deve probabilmente essere cercato tra i prosecutori dell’ opera di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone.
La facciata della chiesa si presenta con un paramento murario realizzato in mattoni in cotto lasciati a vista ad eccezione della porzione inferiore, in parte intonacata, in parte rivestita in pietra, in corrispondenza dello zoccolo. L’ingresso, con portale in legno, è contornato da spalle e cappello in mattoni in cotto, sovrastato dal dipinto dell’Annunciazione con archivolto aggettante e cornice in rilievo. Il prospetto è scandito da lesene con trabeazione leggermente modanata coperta da cornicione, anch’esso in mattoni pieni, con copertura in tegole in cotto a canale. L’ordine superiore è caratterizzato da un’apertura con contorni leggermente arrotondati e dal proseguo delle lesene inferiori. La copertura è con manto in cotto e grondaia in rame. Completa il prospetto la lanterna ed il piccolo campanile a vela con una campana
XVII – gli abitanti del borgo vogliono costruire una dimora sacra per proteggere e conservare un affresco cinquecentesco, forse di scuola del Bergognone, della Beata Vergine
1677 – il prevosto della pieve di Nerviano si fa carico di promuovere questo desiderio e chiede nel 1681 alla Curia arcivescovile di Milano la licenza per fabbricare una cappella campestre a protezione della devota immagine della Madonna Annunciata. I lavori per la cappella iniziano nel 1684. In questi anni il lascito testamentario di Gaspare Cogliati pone le basi per la costruzione della chiesa e tra il 1693 e il 1696, su disegno dell’architetto Quadrio, viene completata l’intera struttura muraria, tanto che il 24 aprile del 1696 viene fatta la solenne benedizione, sebbene i lavori di finizione proseguono ancora a lungo
1699 – dall’ottobre del 1699, sino al maggio del 1970 si lavora in corrispondenza del tetto e del campaniletto per la posa della campana in bronzo risalente al secolo precedente. Vengono eseguite le vetrate per le finestre, il cupolino o lanterna ad opera del maestro Francesco Paleari. Fino al novembre del 1704 opera il maestro Matteo Trecino che esegue, con gesso, polvere di marmo e calce, le cornici, i capitelli e le statue all’interno delle nicchie. Nel 1711 viene affidato l’incarico di eseguire gli affreschi della chiesa al pittore Luigi Savione. Nel 1716 viene posata la balaustra in marmo opera del maestro Bernardo Giudice e dopo 10 anni l’inferriata con il cancelletto opera del fabbro Carlo Antonio Oldrini. Nel maggio del 1739 viene dipinto sopra la porta principale dell’ingresso il “Mistero dell’Annunciazione” opera di un pittore anonimo e nel 1752 vengono definitivamente murate le due porte laterali. Nello stesso anno viene eseguita anche la decorazione absidale opera dei pittori Agra
XIX – durante l’intero secolo XIX la chiesa rimane praticamente invariata da un punto di vista degli interventi pur venendosi mutare sensibilmente il contesto urbanistico circostante: sempre meno campestre e sempre più urbanizzato, tanto che, dopo la prima guerra mondiale, l’edificio è ormai parte integrante del centro edificato. Negli anni ’30 vengono realizzati lavori sul tetto ma molti sono i lavori da effettuare tanto che il cardinal Schuster nel 1936 consiglia l’effettuazione di un restauro alle pareti esterne
1971 – dopo la seconda guerra mondiale, nonostante la ricostruzione ed il boom economico degli anni sessanta, la chiesa versa in un lento ma costante peggioramento complessivo. Nel 1971 don Ugo Mocchetti rivolge un appello alla popolazione che viene immediatamente accolto dal nascente “Comitato per la Rotondina” che nel 1972 stila un programma dei lavori, iniziando nel contempo una raccolta fondi che ottiene ottimi risultati, tanto che già nello stesso anno viene rifatta la copertura, con la sostituzione della vecchia orditura lignea e la formazione di un nuovo manto di tegole. Nel corso del 1973 si provvede al rifacimento del portale di ingresso in cemento sostituendolo con una cornice a mattoni a vista e con un portone in noce. Nel 1974 viene installato un nuovo altare rivolto verso i fedeli. Nel 1976 il pittore Bogani realizza, sulla facciata della chiesa, un affresco raffigurante l’Annunciazione. Nell’anno 1986 l’affresco dell’Annunciata viene ripulito