La chiesa sorge al margine dell’abitato di Musadino, frazione a monte di Porto Valtravaglia, isolata nei campi e presso l’antico tracciato, ora carrabile, della strada che, attraversando il paese, conduceva agli altri abitati distribuiti nella media Val Travaglia. L’edificio è semplice e frutto di una ricostruzione completata poco dopo la metà del XVIII sec. Un’unica aula per i fedeli, coperta con volte a crociera, immette nel presbiterio a terminazione rettilinea, innestato sul corpo della chiesa senza risalti volumetrici. Il rustico campaniletto, frutto di una ricostruzione coeva, s’innalza sul fianco meridionale. La sola facciata è intonacata. I rimanenti settori della chiesa, compreso il campanile, presentano ancora le fronti lasciate al rustico.
XIII – L’elenco di chiese e cappelle noto come Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, compilato a cavallo tra il XIII e il XIV sec., indicava l’esistenza nella località di Musadino di ben due chiese, San Vincenzo e Santa Maria, scomparse nel corso dei secoli. L’attuale San Pietro (menzionato una prima volta nel 1398) sarebbe sorto sul sito di una delle due, poiché le murature attuali del presbiterio lasciano intravvedere l’attacco di un’abside semicircolare, di origine certamente romanica.
1766 – Nel 1766 fu benedetto il nuovo oratorio ricostruito a Musadino che ebbe rinnovati il presbiterio, l’aula fedeli e, in ultimo, la facciata. Questa, piuttosto semplice, non manca di raffronti, per il frontone curvilineo sommitale, con altre chiese dell’alto Verbano Lombardo, innalzate o rinnovate attorno alla metà del Settecento. Le pratiche, a suo tempo depositate presso gli uffici curiali per ottenerne la benedizione, riportavano ancora la sola intitolazione a San Pietro Martire: solo in seguito, evidentemente, vi fu associato il titolo a Santa Maria Immacolata.