L’Oratorio dedicato a Sant’Ilario di Poitiers venne edificato accanto al viottolo che dalla campagna di Casorate portava a Cardano al Campo.
La Chiesa di Sant’Ilario è già menzionata negli annali dell’Arcidiocesi di Milano nel 1398 (Notizia Cleri Mediolanensis), mentre non compare nel più antico testo Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis di Goffredo da Bussero del 1228. Si deduce quindi che la Chiesa fu edificata tra il 1250 e il 1350, nel territorio dell’allora Coxorate o Caxorate, facente parte della Pieve di Arsago Seprio.
La pianta della Chiesa ad unica navata con facciata a capanna in mattoni a vista denuncia la struttura di una Chiesa tardo-romanica. La facciata appare rifatta tra il 1900/1902 (si veda a tal proposito la decorazione sotto la cuspide in facciata, eseguita in cemento grigio.
La zona ove sorge la Chiesa doveva essere già edificata o vicina ad un insediamento forse celtico-romano, come lasciano trapelare le due lapidi murate sulla parete ad est della Chiesa, ora nella sagrestia (addossata ed edificata anch’essa duranti i restauri di inizio Novecento).
Nel 1755 il cardinale Pozzobonelli in visita alla Pieve di Arsago, giunto a Casorate, diede indicazioni circa il restauro degli affreschi che si trovavano nell’abside di Sant’Ilario In archivio parrocchiale è conservato il progetto dell’ing. Luigi Gagliardi per l’ampliamento della Chiesa datato 1872: nel disegno si prevede l’allungamento della navata nella parte absidale ed il rifacimento del tetto con una nuova copertura.
Tuttavia, la vicenda dell’ampliamento non ebbe seguito in quegli anni, a causa di diversi dissidi.
Si costituì dunque un comitato per i restauri di Sant’Ilario. Finalmente i lavori iniziarono. All’ing. Gagliardi subentrò come direttore dei lavori l’arch. Cecilio Arpesani, che in quegli anni era stato a Casorate (1900/1901) in qualità di progettista della Ca’ Torretta, più nota come Villa Lona.
L’ attuale facciata in stile eclettico della Chiesa rivela per l’appunto la mano di Arpesani. I lavori terminano attorno al 1908.
Del vecchio edificio di Sant’Ilario sussistono frammenti di decorazione ad affresco, come il dipinto della Vergine sulla parete occidentale interna a metà navata della Chiesa.
Tracce di affresco sembrano affiorare anche sotto la decorazione della parete orientale.
Alla devozione di Sant’Ilario Vescovo sono molto legati i casoratesi, che ogni anno il 13 gennaio lo celebrano come loro Compatrono.
È dall’inizio del XVI secolo che, in occasione della Festa di Sant’Ilario, avviene la distribuzione di piccoli pani benedetti: un tempo erano destinati soprattutto ai poveri del paese, che durante l’inverno avevano scarsità di cibo.
Si narra anche una leggenda a proposito del Santo Vescovo: un giorno, trovandosi a passare per Casorate, venne a sapere che le porte della piccola Chiesa già allora esistente erano state contaminate da alcuni appestati, forse provenienti da Cardano.
Sant’Ilario allora ripulì i chiavistelli e le porte della Chiesa, affinché gli abitanti del paese non venissero contagiati dalla peste.
Chissà se questa piccola leggenda non nasconda una verità? Potrebbe darsi che la piccola Chiesa in origine non fu altro che un Capitello, o poco più di una Edicola sacra al limitare del territorio dove sorgeva un Lazzaretto per gli appestati. L’edificio, restaurato nel Novecento, venne ridecorato nel 1937, dall’impresa di Luigi Roggiani, lo stesso pittore e decoratore che nel 1926 aveva raffrescato la Chiesa Parrocchiale.
L’ apparato decorativo della volta, in seguito ammalorato a causa di infiltrazioni d’acqua, fu restaurato nel 1976 dall’impresa Gasparoli di Gallarate, su incarico dell’allora Parroco Don Ernesto Catturini. recenti lavori di restauro delle coperture e della facciata sono stati conclusi nel 2023.
Nella sagrestia due lapidi in serizzo di epoca romana, un tempo all’esterno su parete rivolta ad oriente, ancora da leggere e studiare.