Santa Marzia: una lapide, murata in una parete della sagrestia di destra della chiesetta a lei dedicata, riporta in latino una iscrizione che si riferisce alla vita della santa e alla data della morte:
Marzia benemerita che vissi 19 anni 8 mesi 1 giorno – 4 giorni prima delle idi di luglio.
Secondo il calendario romano morì l’11 luglio 303.
I padri Agostiniani fecero pervenire alla chiesetta le reliquie della giovane, che fu martirizzata durante la persecuzione di Diocleziano, probabilmente decapitata e seppellita nelle catacombe romane poi intitolate ai santi Marcellino e Pietro.
Il nome della martire Marzia appare per la prima volta in un documento del 1256 quando papa Alessandro IV fa ristrutturare la chiesa dedicata ai santi Pietro e Marcellino costruita su quelle catacombe.
Notizie storiche: la scarsa documentazione che abbiamo sulla chiesetta del Molinatto è contenuta in alcune lettere scritte dal Duca Giovanni Maria Cella, discendente dalla nobile famiglia spagnola titolare del ducato di Frisia (Olanda) cui il re di Spagna aveva assegnato come feudo questa località.
Il 4 marzo 1655, il duca scrive di aver deciso di far costruire una chiesa con la statua di sant’Antonio ai margini del suo ampio possedimento con villa padronale per adempiere a un voto da lui fatto, probabilmente per essere stato risparmiato con la sua famiglia dalla peste che aveva colpito il territorio nel 1630. Seguono altre lettere con la descrizione di come deve essere fatta la chiesa, tra cui la richiesta di realizzare all’interno quattro nicchie per contenere le statue di altrettanti Santi.
In una lettera del giugno del 1659, il Duca scrive da Roma di aver ottenuto dai padri Agostiniani una reliquia, costituita dalla testa e da alcune ossa, insieme ad una targa sepolcrale (murata nella sagrestia di destra) che attribuisce tali resti a santa Marzia, martirizzata al tempo delle persecuzioni di Massenzio.
Dedicazione: sono conservati due documenti a stampa con cui il Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Milano Cesare de Biandrate comunica che il papa Alessandro VII concede l’indulgenza plenaria a chi parteciperà alla solenne benedizione della chiesa, dedicata a santa Marzia martire e alla esaltazione della Croce il 24 ottobre 1660. La decisione di dedicare la chiesa a santa Marzia invece che a sant’Antonio è stata probabilmente suggerita dai monaci eremitani Agostiniani che in quel periodo operavano a san Genesio; inoltre la presenza dei resti di una martire aumentava il valore della chiesa.
Esterno: La facciata, con il timpano in pietra molera, presenta nella parte inferiore un portale dello stesso materiale che delimita l’ingresso con un portone a due ante in legno. Sul timpano spezzato l’iscrizione che dedica la chiesa all’esaltazione della Santa Croce e a santa Marzia e l’anno 1659. Nella parte superiore una finestra con vetrata a losanghe, entro un riquadro barocco sempre in pietra locale.
Interno: La chiesa è costituita da un’unica aula rettangolare.