preceduta da un piccolo sagrato pavimentato con lastre di pietra ed orientata con l’abside ad est, presenta la facciata con uno sfondato ad arco che ospita la porta principale in bronzo e l’ampia lunetta e si conclude nel timpano triangolare, delimitato da cornici, al cui centro un tondo ricorda la dedicazione alla chiesa. A lato della chiesa è presente una gradinata in pietra che conduce all’ingresso secondario arricchito da una porta in bronzo. Il sagrato è delimitato da pilastri di pietra di Sarnico e barre di ferro. Sulle pareti laterali esterne, le riseghe verticali evidenziano i momenti successivi della costruzione. Un’unica navata rettangolare suddivisa in tre campate da due archi in muratura sui quali si scaricano le due falde del tetto a vista.
A destra della terza campata vi è un’apertura che immette nel transetto dove è posto l’organo e la sagrestia. Tre finestre per lato illuminano la navata. Il presbiterio è rialzato di due gradini rispetto alla navata ed è costituito dalla primitiva cappella, coperta da volta a botte con al centro della parete di fondo entro cornici di stucco, le tele raffiguranti la Madonna con Bambino ed i Santi Martino, Giovan Battista, Carlo ed Antonio di Padova
879 – in una pergamena si legge che una vedova vendette ad un prete, un appezzamento di terreno a vigna confinante con S. Martino.
1507 – 5 giugno venne data concessione dell’area su cui costruire la chiesa dal priore del convento di S. Gottardo, con il permesso di utilizzare anche una grossa pietra che si trovava presso S. Martino della pigrizia, forse staccatasi dalla primitiva cappella dopo un terremoto
1575 – della Chiesa di S. Martino si hanno alcuni accenni negli Atti della Visita Apostolica di S. Carlo Borromeo del 1575 dove si dice che la“ecclesia S.ti Martini Pigritiae del Saxo” è in contrada del Corno, fuori della città, piccolina e aperta dalla parte davanti
1577 – nell 1577 la chiesa è “ampliata et clausa” (ampliata e chiusa), ubbidendo agli ordini di S. Carlo
1577 – un disegno di inizio 1800 del pittore Luigi Deleide, detto il Nebbia ne testimonia le strutture
1666 – nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, si legge che tra gli oratori compresi entro la parrocchia vi era tra gli altri quello di San Martino di giuspatronato dell’Ospedale Maggiore di Bergamo
1682 – l’altare doveva essere ligneo come si evince da un pagamento del 4 luglio 1682 a Damiano Lozza intagliatore “per legname et intagliatura delli due scalini dell’Altare
1801 – nel 1801 la chiesa fu di nuovo imbiancata al prezzo di lire 67
1808 – nel 1808 la chiesa di S. Martino viene soppressa.. La proprietà stessa della chiesa ha alterne vicende. Acquistata dai fratelli Ambrogio e Alessandro Regazzoni, viene poi venduta a Francesco Luigi Battista Fuzier, dalla cui vedova Maria Costanza Maumari viene comprata da Teresa Arioli vedova Calvetti. Nel 1853 viene ceduta alla Fabbriceria di S.Grata per tornare al servizio degli abitanti della vicinia
1824 – nel 1824 si acquistano le campane, a spese dell’allora proprietario, e al costo di lire 7 le Via Crucis, ora in Sacristia
1861 – la parrocchia di “Santa Grata Inter Vites” risultava censita come “parrocchia urbana”. A quest’epoca la comunità contava 2338 anime, ed era retta da un prevosto e tre sacerdoti. Entro la circoscrizione parrocchiale era compresa la chiesa San Martino detto della Pigrizia
1898 – la chiesa venne ampliata: all’unica campata preesistente ne è stata aggiunta un’altra che viene ad occupare l’area del precedente sagrato. Una
1919 – nel 1919 viene acquistata la casa al n. 10 di S. Martino con ortaglia come abitazione del cappellano al prezzo di lire 12.500
1928 – nel 1928 si vuol ancora ingrandire la chiesa: si costruisce una nuova campata con relativa facciata su progetto dell’ing. Giuseppe Locatelli
1971 – vengono levate le balaustre dal presbiteri per l’adeguamento alle nuove norme liturgiche del Concilio Vaticano II
1972 – l’interno della chiesa è stato riportato alla semplicità della struttura primitiva, eliminando la controsofittatura che le dava l’aspetto di una sala e ripristinando il tetto a due spioventi a vista. La sacristia è stata ridotta realizzando un transetto comunicante con l’interno della chiesa tramite una apertura ad arco
2001 – nel transetto, viene collocato un nuovo organo meccanico a canne dalla ditta Pietro Corna di Casnigo