circondata da un ampio sagrato pavimentato con lastre di porfido, la chiesa è preceduta da un portico aperto ad archi e sorretto da colonne in pietra e concluso da un tetto a tre spioventi coperto in coppi. La facciata vera e propria è in pietre a vista e ospita il portale in pietra affiancato da due basse finestre rettangolari complete di inferriate. Più in alto sono collocate due alte finestre ad arco leggermente svasate e al centro, una finestra circolare anch’essa svasata. Un tetto a due spioventi conclude la facciata. Internamente la chiesa presenta un’unica navata a pianta rettangolare suddivisa in cinque campate da archi a sesto acuto che sorreggono il tetto in legno a vista a due spioventi. Sulle pareti della navata sono presenti diversi affreschi: nella prima campata a sinistra è raffigurata la Beata Pietra Morosini, mentre a destra è rappresentato il Beato Maruelli. Nella seconda campata sono raffigurati il Beato Giuseppe Moscati a sinistra e la Betata Gianna Beretta Molla a destra,. Nella terza campata a sinistra è raffigurato S. Pietro apostolo mentre a destra sopra l’ingresso laterale è raffigurato S. Paolo Apostolo. Nella quarta campata a sinistra è raffigurato S. Giovanni Battista, mentre a destra è rappresentato S. Giuseppe con Gesù Bambino. Nella quinta campata sono rappresentati a sinistra la Pietà con S. Pantaleone e a destra è collocato l’ingresso alla sagrestia. Nel grande arco trionfale che divide la navata dal presbiterio sono collocate due ancone. Il presbiterio è rialzato di due gradini rispetto alla navata, ha pianta rettangolare ed è coperto da volta a botte
1307 – un antico oratorio dedicato in luogo a San Pantaleone, è menzionato nel testamento del vescovo Giovanni da Scanzo in data 9 settembre, Molto probabilmente di quell’epoca è la piccola abside in parte nascosta oggi dall’altare di sinistra, dove sono presenti affreschi con tipica iconografia medioevale.
XV – nel ‘400 si sviluppò, partendo dal’ orginaria cappella, la chiesa attuale, con travatura a tavelloni sorretta da due archi trasversali a ogiva.
1550 – vennero intrapresi lavori di restauro he interessarono l’intero edificio. Questi lavori vennero richiesti dal vescovo Federico Cornaro nella seconda metà del XVI secolo
1926 – su assistenza dell’ ingegner Angelini, si intrapresero importanti lavori di rinnovamento: venne rifatto il tetto, le decorazioni e le dorature e posato una nuova pavimentazione in cotto