La cappella di San Salvatore è inserita all’interno del Monastero di Teodote. Nel lato orientale del chiostro si colloca il piccolo oratorio rinascimentale, totalmente inglobato nel complesso e idealmente inscrivibile in un cubo.
A pianta centrale, rivela un vano cruciforme poliabsidato, vicino a quello milanese del sacello di San Satiro, costruzione altomedievale del cui rivestimento si era occupato Bramante negli anni tra il 1482 e il 1486 circa.
Coperto da cinque cupole secondo lo schema a quinconce, lo spazio si articola intorno a quattro colonne poggianti su un plinto cubico. Al di sotto, la cripta propone un vano di analoga planimetria, coperto con volte sostenute da quattro pilastri in muratura.
Benché non si conosca il nome dell’architetto, l’oratorio si colloca a pieno titolo nel contesto delle architetture a pianta centrale tra Quattro e Cinquecento, e si può ritenere che la particolare tipologia medio bizantina a cinque cupole sia influenzata dalla Congregazione di Santa Giustina di Padova da cui in questi anni dipende il monastero pavese. A sua volta l’intitolazione dell’oratorio al Salvatore trova una relazione con il monastero benedettino di San Salvatore di Pavia (riformato da San Maiolo), a cui quello di Teodote è aggregato dal 1473.
La decorazione ad affresco che riveste completamente l’interno è realizzata intorno al 1506-07 da Bernardino Lanzani da San Colombano e dalla sua bottega.
700 – La cappella è inserita all’interno del Monastero di Teodote. Il monastero esiste già ai tempi di Cuniperto (687-700); è importante ed economicamente solido. Teodote diventa badessa, e il suo nome si salda indissolubilmente a quello del monastero.
Nel 1473 le monache di Teodote passano sotto la giurisdizione dell’abate del monastero benedettino di San Salvatore. È il momento del grande rinnovamento edilizio in forme rinascimentali.
Il complesso era ubicato nel quadrante sud-ovest della città, vicino alle mura, nelle quali si apriva una piccola porta (pusterla) che divenne elemento così fortemente connotativo da determinare la denominazione popolare di Monastero della Pusterla.
1400 – Benché non si conosca il nome dell’architetto, l’oratorio si colloca a pieno titolo nel contesto delle architetture a pianta centrale tra Quattro e Cinquecento. A sua volta l’intitolazione dell’oratorio al Salvatore trova una relazione con il monastero benedettino di San Salvatore di Pavia, a cui quello di Teodote è aggregato dal 1473.
1970 – Durante gli anni ’70 è stata realizzata un’importante campagna di restauro a cura della restauratrice Pinin Brambilla che ha donato alla cappella l’aspetto attuale.