La chiesa si annuncia, orgogliosamente, come santuario dedicato a S. Rita da Cascia, secondo l’iscrizione che campeggia sopra il portico. S’innalza nella località ‘al Piano’ del comune di Brissago Valtravaglia, in origine a vocazione rurale e, oggi, densamente abitata. L’edificio, preceduto da un portico che ne fascia anche il fianco verso l’oratorio, non è correttamente orientato per via della necessità di aprire l’ingresso alla fronteggiante strada di collegamento tra il fondovalle e l’abitato a monte, un tempo sede parrocchiale (Roggiano). L’interno è scandito in tre navate separate da archi ribassati. L’abside è semicircolare.
1950 – L’idea di dotare la frazione ‘al Piano’ di Roggiano (allora parrocchia autonoma, poi accorpata a quella della vicina Brissago) maturò nel 1939. Nel luglio di quell’anno, infatti, alcuni abitanti della località, adducendo la lontananza della chiesa parrocchiale (S. Donnino), offrivano al parroco i terreni necessari e, affinché “quanto si è ideato e progettato sia il più presto possibile posto in esecuzione”, s’impegnavano “ciascuno secondo le proprie forze, col lavoro, con offerte in denaro, con materiale da costruzione o con altri mezzi”. I decenni, tuttavia, passarono infruttuosi e solo nel 1950 circa fu presentato un progetto che ottenne il benestare del card. Ildefonso Schuster. Il parroco Luigi Brizzio, in prima persona, “si era assunto l’onere di anticipare una parte di finanziamento”. Il cantiere fu affidato alla ditta di Celestino Galante, di Luino, sotto la direzione dell’ing. Giuseppe Noris, pure di Luino. La chiesa fu completata nel 1954.
1954 – La statua di S. Rita da Cascia, “artistica opera della ditta Narciso Raffaelli di Milano”, fu collocata in occasione dei “solenni festeggiamenti che furono predisposti da un apposito Comitato ed ebbero il loro epilogo con la consacrazione della chiesa il 22 maggio 1955, festa di S. Rita da Cascia”. Pochi anni dopo furono commissionati a Giuseppe Montanari (Osimo, 1889 – Varese, 1976) i dipinti su masonite della Via Crucis (1959) e la ‘Visione di Costantino il Grande, Re e Imperatore romano’ che, dal 1960, si dispiega sul catino absidale.