La Chiesa dei Santi Nazzaro e Celso sorge esternamente al piccolo abitato di Andrista, al margine di una balconata naturale affacciata sul fondovalle e sull’abitato di Cedegolo. La Chiesa si è sviluppata su un lieve rilievo sostenuto da muro di terrapieno ad andamento circolare ed è attorniata dal campo santo, ancora in gran parte insistente sullo stesso lotto di proprietà parrocchiale. La chiesa risulta orientata con presbiterio esattamente ad Est e composta da tre volumi principali coperti a due falde con stessa inclinazione e quote di imposta decrescenti: il maggiore è la navata, seguita dal presbiterio e dalla sagrestia. Al fianco Nord si accosta il seicentesco, rustico campanile merlato. Le aperture sono costituite da tre semplici finestre rettangolari con arco ribassato, due sui due lati del presbiterio ed una nella parete Sud della navata. La facciata, a capanna, presenta un portale a gruccia in granito, sormontato da ghiera d’arco a tutto sesto con lunetta in sottosquadro con bassorilievo ligneo novecentesco, coevo alle ante con i santi titolari. Ai lati del portale sono inserite due lapidi una delle quali reca la datazione probabile della realizzazione della facciata 1489. In alto è presente un piccolo e strombato oculo. L’accesso privilegiato alla chiesa è costituito da un piccolo portale con stipiti in marmo di Vezza e sormontato da lapide con invocazione a San Michele, posto sul lato nord al termine del vialetto di accesso all’area, è collocato al termine della navata, a ridosso del presbiterio e dal portale principale in facciata. Il viale d’accesso presenta un’ulteriore varco in muratura con cancellata a chiusura dell’area cimiteriale. Esternamente, immediatamente sotto l’imposta del tetto, tutto il volume della navata presenta una fascia di circa un metro, con intonaco di colorazione diversa che porta traccia nella parte inferiore dell’allettamento di travetti. Questo indica un intervento di innalzamento, probabilmente legato alla realizzazione delle volte interne, che ricoprono parte degli affreschi recanti data 1434-1437 (attribuiti a Gerardo da Cemmo dal Sina), si pone con ogni probabilità posteriormente anche all’intervento di ristrutturazione segnalato dalla lapide in facciata, e forse potrebbe ascriversi ad interventi di miglioramento dovuti all’assegnazione della sede di vicaria nel periodo 1593-1602.
L’interno presenta una navata suddivisa da arco a tutto sesto e lesene a sezione rettangolare, molto aggettanti con capitello tuscanico, in due campate coperte a crociera. Sulla parete nord della prima campata sono presenti affreschi della fine del Quattrocento raffiguranti i santi Nazzaro e Celso, e Un grande San Cristofero tra due devote, che per dimensione può far pensare ad una iniziale conformazione della prima campata a portico aperto sull’esterno, in modo da rendere visibile da lontano la figura del santo, considerato protettore dei viandanti. Altri affreschi sono presenti sul lato Sud della seconda campata.
Il presbiterio, diviso dalla navata tramite il rialzo di un gradino, a cui è fissata un’alta cancellata seicentesca in ferro battuto (del tipo in genere prescritto nelle visite pastorali del cardinale Carlo Borromeo) che occupa tutta la larghezza dell’arco trionfale a sesto acuto. La volta a crociera del presbiterio, con archi laterali a sesto acuto, risulta precedente a quelle della navata in quanto ascrivibile alle forme costruttive quattrocentesche. La parete di fondo del presbiterio, pressoché a pianta quadrata, conserva affreschi cinquecenteschi e una tela di buona fattura, seicentesca. L’ancona lignea che incorniciava la tela dell’altare maggiore è stata oggetto di furto recente e se ne conservano alcuni frammenti in sagrestia. Dopo il furto è riemersa una semplice cornice affrescata, compatibile con la tela. Sulla stessa parete si apre l’accesso alla sagrestia con cornice in marmo di Vezza, a sinistra dell’altare, a destra un tabernacolo con cornice in marmo ancora di Vezza.
1280 – la prima testimonianza scritta di una chiesa intitolata ai santi Nazzaro e Celso è conservata nell’archivio parrocchiale di Cevo e testimonia un affitto dovuto a detta chiesa nel 1280. La chiesa non presenta attualmente tracce visibili di costruzioni duecentesche, per cui è ipotizzabile una chiesa preesistente all’attuale.
1489 – Sulla facciata è leggibile un’iscrizione su marmo bianco di Vezza recante la data 1489. L’iscrizione riporta i Cristogrammi IHS e XPS e potrebbe riferirsi ad una profonda ristrutturazione della chiesa.
1536 – LA data 1536 corrisponde all’ultimo anno di permanenza della sede parrocchiale della Val Saviore in San Nazzaro e Celso. in seguito la Parrocchiale diventa San Vigilio a Cevo
1593 – la chiesa diventa sede di Vicaria.Il Rettore di Andrista,
come Vicario Foraneo, controllerà le chiese di Sellero (San
Desiderio, cui è soggetta S. Giacomo di Novelle), Saviore (San
Giovanni Battista, da cui dipende S. Maria di Ponte), Valle (San
Bernardino), Cedegolo (S. Gerolamo), Paisco (S. Paterio, da cui
dipende l’oratorio di S. Antonio a Loveno), Grevo (S. Filastrio),
Berzo (S. Eusebio, nel cui territorio si trovano S. Zenone di
Demo e S. Maria di Monte), Cevo (S. Vigilio) e Andrista (SS.
Nazaro e Celso).
1602 – LA Vicaria passa da
Andrista a Cevo, al cui Vicariato sottostanno le parrocchie di
Cevo (San Vigilio, SS. Nazaro e Celso vecchia parrocchiale di
Andrista), Paspardo (S. Gaudenzio), Sellero (S. Desiderio, San
Giacomo), Grevo (S. Filastrio), Cedegolo (S.Gerolamo, annessa
alla parrocchiale di Grevo), Saviore (S. Giovanni Battista, San
Bernardino di Valle).
1653 – sull’architrave in granito della porta d’accesso al campanile vi è la data 1653, riferibile alla costruzione dell’intera torre. Le caratteristiche costruttive sono infatti omogenee e identiche per dimensioni forma e tecniche alla cella campanaria della chiesa di San Lorenzo a Berzo Inferiore e alle porzioni ricostruite nel 1655 del campanile dell’eremo di Bienno
1672 – nella relazione a
margine della visita pastorale del Vescovo mons. G. Giorgi del
1672, il parroco don Gio Battista
Sisti, scrive: “In questa parrocchia di Cevo vi sono i seguenti
oratori: l’oratorio di S. Sisto fuori dal paese e l’oratorio o
chiesa dei SS. Nazario e Celso. Questa, anticamente era la
chiesa parrocchiale, ma, per decreto di S. Carlo, fu trasferita la
cura e la residenza a quella di S. Vigilio; le bolle però si levano
sotto il titolo dei SS. Nazario e Celso”.
1739 – 1739 si ha l’inaugurazione ufficiale della nuova chiesa di Andrsta: l’Eucarestia con una
solenne processione è trasportata nella nuova chiesa.
Così la chiesa di S. Nazaro diventa “cimiteriale”, mentre quella
del Carmine è ormai la chiesa “curaziale”.
1980 – Viene realizzata trincea drenante intorno all’edificio e rifatto il tetto con copertura in lastre di ardesia.
1914 – Nel 1914 il parroco don Gibriano Bertocchi fa presente che “La chiesa di S. Sisto, nella quale sia il parroco che il cappellano celebrano messa e vi si fanno anche alcuni uffici per l’anno, è dichiarata oggi monumento di antichità dal Ministero della Pubblica Istruzione, come pure quella dei SS. Nazzaro e Celso in Andrista”.