Il complesso del Lavello si caratterizza per una notevole eterogeneità non solo per quanto riguarda le tipologie edilizie ma anche per quanto riguarda lo stato di conservazione dell’edificio. La chiesa è orientata con il fronte a sud-ovest. A nord è annesso il chiostro minore del complesso monastico, che si presenta chiuso su quattro lati di cui due con portico in opera su colonne che si estende su due lati al piano terreno. La chiesa, orientata con l’altare a nord-est, si presenta anticipata da un ampio sagrato pavimentato in parte lastre di pietra e in parte in ciottoli. La facciata è semplice e intonacata e ospita centralmente l’ingresso ad arco con contorno in pietra sormontato da una breve copertura con struttura in legno e manto in coppi. In alto sono disposte due finestre rettangolari e, poco più alto e centrale, una finestra tonda. La copertura con struttura in legno a due spioventi conclude l’edificio. Un porticato su pilastri quadrati è posto sul fronte sud, adiacente alla strada, a protezione anche dell’ingresso laterale a sesto acuto. Internamente la chiesa presenta navata unica a pianta rettangolare divisa in tre campate da archi a sesto acuto poggianti su pilastri in muratura intonacata. Nella seconda campata è posta a sinistra una cappella devozionale, discretamente profonda. A destra è collocato l’ingresso laterale. Nella terza campata è posta a destra una finestra. Il presbiterio è rialzato di un gradino presenta pianta rettangolare ed è diviso in due cappelle: quella di sinistra ospita un altare devozionale, mentre quella di destra accoglie l’altare maggiore.
XII – prima menzione di una chiesa in località Lavello dedicata a San Sempliciano, probabilmente sorta come cappella di pertinenza del castello
XIII – come riportato nel “Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo de Bussero la chiesa viene indicata con la dedicazione di Santa Maria del lavello
1373 – il signore di Milano Bernabò Visconti, distrusse il castello mentre la chiesa subì notevoli danni, infatti al suo interno non veniva più officiato il culto
XV – tra i resti della chiesa e degli edifici adiacenti, vi si rifugiarono alcuni eremiti. Uno di questi, tale Jacopino, lavorando tra i ruderi scopri una fonte d’acqua considerata miracolosa. Il luogo diviene quindi metà di numerosi pellegrinaggi
1486 – alcuni frati dell’Ordine dei Servi di Maria si insediarono al Lavello e costruirono una nuova chiesa
1490 – consacrazione della nuova chiesa per mano del vescovo suffraganeo dell’arcivescovo di Milano
1510 – costruzione dell’annesso convento
1550 – la chiesa viene ampliata
1629 – il convento annesso viene trasformato in lazzaretto ed anche la chiesa subì simile sorte. Terminata la pestilenza i padri serviti dovettero ripristinare chiesa e convento riportando alla lice gli affreschi coperti da calce e fumi
XVIII – la chiesa ed il convento vennero ampliati e ristrutturati
1772 – il 5 settembre il Senato Veneto decretò la soppressione del convento del Lavello
1944 – il neonato comune di Calolziocorte approvò la cessione della chiesa alla parrocchia di Calolzio
1948 – la chiesa viene riaperta al culto
1960 – restauro degli affreschi interni
2000 – la chiesa è sottoposta ad un generale intervento di restauro e consolidamento statico. Inoltre vengono adeguati gli impianti elettrici e termici