La dislocazione della chiesa parrochhiale di Indovero e Narro appare inconsueta, sorge infatti a metà strada fra i due paesi, in origine comuni autonomi, e ora uniti amministrativamente a Casargo.
La chiesa si presenta con una facciata su due ordini che rispecchia, scandendo lo spazio con quattro lesene, la struttura a tre navate interna.
In corrispondenza della navate laterali si aprono due archi ciechi che ospitano basse finestre ed epigrafi.
La sezione centrale, dotata di timpano, accoglie invece il portale in pietra e un lunettone.
L’impianto decorativo dell’ordine superiore fu affidato a Giovanni Maria Tagliaferri che affrescò le tre riquadrature principali con episodi della vita del santo Patrono.
Addossato alla parete occidentale dell’aula si vede l’ossario chiuso da cancellate in ferro attorno al quale sono murate lapidi funerarie.
La pianta è basilicale con un’ampia navata centrale e due navatelle laterali coperte da volte a botte ortogonali all’asse della chiesa.
Quattro colonne aticolano la struttura in tre campate.
La copertura della navate centrale alterna volte a vela decorate, nella prima e terza campata, a cupole decorate, nella seconda e nel presbiterio.
L’accesso avviene mediante una bussola lignea nella navata maggiore a cui si affianca una coppia di finestrelle in quelle minori.
Le pareti laterali della prima campata accolgono, entro nicchie, una coppia di semplici confessionali in legno.
La seconda campata contrappone a sinistra una nicchia decorata coi “Simboli della Passione” e con un Crocifisso in legno dipinto e a destra la cappella del battistero chiusa da una balaustra marmorea con cancello; il fonte battesimale è in granito.
All’altezza della terza campata si aprono due cappelle laterali chiuse da balaustrate in marmi policromi dedicate alla Madonna del Rosario, a destra, e a S. Antonio da Padova, a sinistra.
L’arco trionfale mostra alla testa della navata sinistra il pulpito ligneo ottocentesco.
Il presbiterio è chiuso da una pregevole balaustrata in marmi policromi.
Le pareti ospitano una selezione di paramenti incorniciati tra cui un’ampia serie di stendardi ricamati con medaglioni dipinti.
L’altare maggiore in marmi policromi è del tipo a tempietto con colonnine di marmo.
La porta della sacrestia e le due sezioni di stalli del coro sono intagli lignei sette-ottocenteschi.
Il campanile a cuspide, originariamente staccato dalla chiesa, testimonia la fase più antica della costruzione, con tracce architettoniche romaniche.
Il primo piano di monofore è seguito da altri due aperti sui quattro lati da bifore a doppia ghiera di cui le superiori parzialmente visibili e le inferiori otturate.
XIII sec. – La chiesa, documentata già nel Duecento, era originariamente ricompresa nella parrocchia di Margno.
1472 – Divenne parrocchia a tutti gli effetti solo nel 1472.
XVI sec. – La chiesa subì una grande ricostruzione e le fu modificato l’orientamento, da quello canonico originario a quello attuale verso sud.
1625 – Il tempio fu ricostruito tra il 1625 e il 1637 su richiesta del cardinale Federico Borromeo.
1774 – Nel 1774 fu ricostruita la sacrestia, rialzato il coro e realizzata l’abside all’oratorio laterale.
1839 – L’ultimo intervento significativo sulla struttura della chiesa fu condotto da Giovanni Danielli di Rezzonico (CO) con l’ampliamento mediante allungamento nel sagrato di una campata, la suddivisione in tre navate e tre campate e il rifacimento delle volte. Ultimo intervento il rifacimento della facciata su progetto dell’ing. Paolo Scandella.
1932 – L’instabilità del terreno, aggravata dalla realizzazione della strada sottostante, impose lavori di consolidamento condotti dalla Scuola “Beato Angelico” per interessamento del cardinale Schuster.
1945 – L’intero apparato decorativo del presbiterio si deve a Pierino Motta.
1951 – In questi anni vennero realizzate le vetrate stampate colorate e rifatta la pavimentazione.