Il Lago di Como, nelle Prealpi lombarde, è stato una naturale via di collegamento sia di terra, lungo le sue sponde, sia d’acqua. Una via fu tracciata in età romana imperiale sulla sponda occidentale del lago, quando Milano divenne capitale, e Como l’avamposto verso la Rezia. Aveva la funzione di collegare i due versanti delle Alpi, controllando i traffici in transito fra la pianura padana e le regioni del Centro Europa.
A partire dal 1187 appare come Strada Regina, non a onore di Teodolinda regina longobarda, come vorrebbe la tradizione, bensì col significato di ‘strada regia’, ovvero principale e regolarmente mantenuta da statuti condivisi fra tutti i comuni del lago. Nel contempo si navigava anche il lago, per le merci pesanti o nel caso in cui la via di terra fosse preclusa.
Una trama di vie minori divergenti dall’asse principale si collegava poi, attraverso i Monti Lariani, con la valle del Ticino attraverso valichi come il San Lucio o il San Jorio di antica frequentazione. Meta finale della via verso nord era Chiavenna da cui il cammino si biforcava nella direzione del Passo dello Spluga o del Passo del Septimer con destinazione Coira.
Conservatasi per secoli questa antica via fu interamente assorbita dalla viabilità carrozzabile solo nella seconda metà dell’Ottocento quando, superando tratti rocciosi e dirupati, tutta la costiera occidentale del Lario fu unita da una rotabile.
Fortunatamente non tutto si perdette e molti tratti storici sono stati con il tempo riportati alla luce grazie anche alle ricerche della Società Archeologica Comense che, con un grande convegno, nel 1995 riportò l’attenzione sull’importanza di questa via.
Il ruolo della Via Regina come potenziale itinerario culturale europeo è stato invece riscoperto e riproposto con forza dal progetto “I Cammini della Regina. Percorsi transfrontalieri legati alla Via Regina”, realizzato nell’ambito del Programma di Cooperazione Transfrontaliera INTERREG Italia-Svizzera 2007-2013 a cui hanno partecipato numerosi partner e istituti di ricerca.
All’associazione Iubilantes, in particolare, si deve la riconnessione del percorso come itinerario pedonale unitario e la riscoperta della sua fruizione anche come via “francigena”.
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Il cammino si sviluppa da Dascio (Sorico) fino a Como, per circa 77 km.
Storicamente verso nord arrivava a Chiavenna e di lì al Passo dello Spluga o al Passo del Septimer con destinazione Coira. Verso sud arrivava a Milano.
Il percorso che vi proponiamo ha come riferimento il ramo di Como del lago e si sviluppa su quattro tappe. Utilizza sentieri, antiche mulattiere, strade comunali asfaltate, sterrate o selciate.
Meno di un decimo del cammino segue la strada statale 340, molto trafficata e priva di banchina pedonale, quindi pericolosa.
Si consiglia in questi tratti di utilizzare il bus locale o, in alternativa, di munirsi di giubbino riflettente evitando di seguire il lato dove si presentano curve cieche e prestando molta attenzione.
Il cammino è segnato da segnavia Cammini della Regina e tacche di vernice.
Dascio e Sorico sono affacciati sul Lago di Mezzola, lasciato alle spalle per arrivare al lago di Como; si procede sul sentiero a mezza costa, con terrazzamenti a vite e ulivo, e si attraversano località sul lago, come Gera Lario, Gravedona, Dongo, Santa Maria Rezzonico, Menaggio, Griante, Lenno, Ossuccio, Argegno, Carate Urio, Moltrasio e Cernobbio, per arrivare a Como.
Il percorso è senza dubbio interessante sotto l’aspetto naturalistico e ambientale, con viste mozzafiato sul lago, sul promontorio di Bellagio e sulla sponda lecchese.
Si incontrano anche chiese di pregio, sia dal punto di vista architettonico, sia per affreschi, dipinti e arredi conservati all’interno, luoghi di sosta per i pellegrini e i viaggiatori.
Si scopre la vocazione turistica di questo territorio, con ville signorili di inizio novecento. E si riconoscono le vestigia del passato, castelli e mura fortificate, antiche cave di marmo, acciaierie in disuso, per sottolineare il corso della storia su questo territorio.
Itinerario
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