Itinerario

VIA PRIULA

ROBBIO

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La Via Priula originaria prendeva le mosse da Bergamo Alta dove s’innalza la colonna in marmo che fissa la distanza fino a Morbegno, in Valtellina.

Il cammino qui proposto prende avvio a Piazza Brembana per percorrere sentieri e mulattiere ed evitare strade asfaltate e termina a Chiavenna.

Si sviluppa su quattro tappe; la prima porta al Passo San Marco con un dislivello di oltre 1700 metri, passando per Olmo al Brembo e Mezzoldo.

Con la seconda tappa e un dislivello in discesa di oltre 1700 si arriva a Morbegno, passando per Albaredo.

È un centro montano a 1000 m che rappresenta un esempio di come si possano sviluppare nuove attività economiche e culturali in una zona a rischio di spopolamento.

La terza tappa discende il fondovalle dell’Adda in direzione del Pian di Spagna e del Lago di Como, fino a Novate Mezzola.

Si possono seguire ben tre percorsi differenti: il Sentiero del Viandante; il Sentiero Valtellina, pista ciclo-pedonale che segue l’argine dell’Adda; e il Sentiero Guanelliano, sul basso versante retico della valle, dedicato a Don Luigi Guanella.

Il percorso continua poi verso Chiavenna, dove si conclude la quarta tappa.

Cittadina turistica ricca di storia e cultura, Chiavenna ha ottenuto il riconoscimento di bandiera arancione del Touring Club Italiano, un marchio di qualità turistico-ambientale conferito ai piccoli comuni dell’entroterra italiano.

Chi volesse in ogni caso seguire integralmente il percorso antico può contare su alcuni sentieri già tracciati e sulla pista ciclo-pedonale della Val Brembana.

Si tratta di aggiungere circa 40 km in due giorni di cammino pernottando a Zogno o a S. Pellegrino Terme.

La lunghezza del cammino in quattro tappe è di circa 80 km, ma i dislivelli – in salita e discesa – sono impegnativi, oltre 1900 metri.

Può essere percorso in ogni stagione, qunado non c’è neve. Il percorso richiede attrezzatura da media montagna: circa 30 km del percorso si sviluppano infatti oltre i 1000 metri d’altezza.

 

Itinerario

Scopri le tappe di VIA PRIULA

TAPPA 1 Piazza Brembana - Passo S. Marco, 19,3 km

TAPPA 1 Piazza Brembana - Passo S. Marco, 19,3 km

19,3 km 6 h 30′ 1710 m Piazza Brembana, nell’alta Val Brembana, alla confluenza tra i due rami del fiume Brembo, è situata lungo l’antica Via Priula, la strada che collegava Bergamo con il Cantone dei Grigioni.   A Piazza restano tracce di un glorioso passato, come il passaggio porticato  e i vecchi lavatoi. Nella Parrocchiale, un polittico datato 1503, opera di Lattanzio da Rimini, raffigura l’episodio in cui S. Martino dona il suo mantello al povero. Lasciata Piazza il cammino punta verso Olmo al Brembo seguendo su un sentiero boschivo il basso versante della valle del Brembo di Mezzoldo.   A Olmo l’antica Priula si divideva in due rami: uno, quello che seguiremo, puntava a Mezzoldo, l’altro ad Averara per poi risalire la selvaggia Val Mora. Stando scostati dalla moderna rotabile si raggiunge Mezzoldo. L’abitato si è sviluppato su ripide balze, dove risaltano scalinate e sottoportici, nonché affreschi e stemmi dipinti. La Parrocchiale fu consacrata nel 1446, rinnovata nel 1754 e si celebra tuttora secondo il rito ambrosiano. L’altro monumento di spicco è la Dogana Veneta. Ospitò, dopo il 1706, il funzionario dedito al controllo dei traffici lungo la Via Priula: ogni commerciante doveva versare un tributo per la manutenzione della strada.   Dopo Mezzoldo inizia il tratto meglio conservato della strada della fine del XVI sec. con selciati, rampe, cippi sul versante dello spartiacque orobico. Alla fine si arriva al moderno rifugio Passo S. Marco 2000 o alla storica Ca’ S. Marco, costruita insieme alla strada, che disponeva di stalle, di una osteria e di stanze collettive per i viandanti. Non fu sempre abitata, perchè era difficile trovare custodi che per magri compensi accettassero di trascorrere lunghi inverni a quelle altezze. La tappa è abbastanza impegnativa, sia per la lunghezza, sia per il dislivello.  

TAPPA 2 Passo S.Marco - Morbegno, 15 km

TAPPA 2 Passo S.Marco - Morbegno, 15 km

Il Passo S. Marco (1982 m), fino alla fine del XVIII secolo, fu confine fra la Repubblica Veneta e i Grigioni.   Per la sua minore altezza, rispetto ai valichi contigui, consentiva i transiti fra alta Val Brembana e Valtellina. Oggi vi transita la sola strada rotabile che attraversa la catena orobica, mentre tangibili sono le tracce della mulattiera, la Via Priula.   Sul culmine è collocato un cippo in pietra a compimento della strada veneta. Il panorama si apre a nord verso le montagne retiche, con il Disgrazia, il Ligoncio e il Pizzo Badile, e a sud verso le Prealpi bergamasche.   La lunga discesa verso la Valtellina è cadenzata da pascoli ricchi di acque sorgive, boschi di conifere, alpeggi e borgate. Tappa intermedia è Albaredo per S. Marco, esempio di nuovo sviluppo dei centri montani. Vi si trovano la Porta del Parco delle Orobie Valtellinesi, la sede dell’Ecomuseo, un caseificio Alpi Bitto con un ristorante tipico, una locanda per gli escursionisti, un centro polifunzionale.   Per i temerari del volo guidato c’è Fly Emotion: con una imbracatura si viene lanciati in sicurezza da un versante all’altro della valle, da Albaredo a Bema.   Le vie di Albaredo sono ornate da affreschi dove spesso ricorre l’immagine della Madonna di Montenero, venerata a Livorno, e qui presente con una statua nella Parrocchiale, che la tradizione vuole trasportata a piedi dalla città toscana nel 1790 come voto dei valligiani laggiù emigrati. Sempre calcando l’antico selciato, si scende infine a Morbegno, entrando direttamente nel centro storico. Le fortune della città hanno una lontana origine, grazie alle relazioni con la Bergamasca attraverso il Passo S. Marco, e con il Milanese lungo il Lago di Como.

TAPPA 3 Morbegno - Novate Mezzola , 25,5 km

TAPPA 3 Morbegno - Novate Mezzola , 25,5 km

L’antica Strada Priula termina a Morbegno, ma il moderno cammino, valorizzato da Comuni e Comunità Montane, si proietta fino a Chiavenna. Il nucleo storico di Morbegno è vicino al ponte di S. Giovanni Nepomuceno, a ridosso della montagna e del torrente Bitto, mentre gli sviluppi urbanistici più recenti scendono al fiume Adda, attraversato da un ponte ad arco in pietra. Le fortune della città hanno una lontana origine, grazie alle relazioni con la Bergamasca attraverso il Passo San Marco, e con il Milanese lungo il Lago di Como. Da visitare il settecentesco Palazzo Malacrida, la Collegiata di S. Giovanni Battista, il Museo civico di Storia Naturale e le vie del centro storico con i negozi di prodotti locali.   Ora il cammino discende il fondovalle dell’Adda in direzione del Pian di Spagna e del Lago di Como. Si possono seguire ben tre percorsi differenti: il Sentiero del Viandante; il Sentiero Valtellina, pista ciclo-pedonale che segue l’argine dell’Adda; il Sentiero Guanelliano, sul basso versante retico della valle, dedicato a Don Luigi Guanella.   Suggestivo per panorami e paesaggio attraversa i vigneti della Costiera dei Cèch passando per TraonaMantello e Dubino. A Nuova Olonio, al margine superiore del Pian di Spagna si intercetta la Strada dei Cavalli, un’antica rampa selciata che sovrasta il Lago di Mezzòla. Da Verceia a Novate Mezzola il cammino utilizza un tratto della ciclabile della Valchiavenna.  

TAPPA 4 Novate Mezzola - Chiavenna, 19 km

TAPPA 4 Novate Mezzola - Chiavenna, 19 km

Il Piano di Chiavenna si sviluppa lungo il fiume Mera; il territorio fu bonificato per la condizione paludosa e insalubre. Gli antichi abitati erano insediati sui lati, sulle prime balze dei versanti. Su quello occidentale corre la Via Francisca, prolungamento della Via Regina, storico collegamento fra l’alto Lario e i valichi alpini. La Via Priula la incontra presso Casenda e la segue fedelmente fino a Chiavenna.   Lungo il percorso si incontra la torre di Segname, del XII secolo. S’innalza su uno sperone di roccia, staccato dalla pendice montana tra gli abitati di Gordona S. Pietro di Samolaco.    Continuando il cammino si arriva a Chiavenna, cittadina crocevia  dei percorsi ai passi dello Spluga e del Septimer e Maloia, con un passato di commerci e di controllo su mercanti e viandanti. Il nobile e passato si ritrova nei palazzi signorili con giardini, fontane lavorate nella duttile pietra ollare, case a loggiato e a schiera lungo le antiche strade e chiese barocche. Da vedere: la Collegiata di San Lorenzo, con un ricco Tesoro; i palazzi di via Dolzino; la chiesa di S. Maria e il Castello dei conti Balbiani; il Parco naturale delle Marmitte dei Giganti dove si trovano formazioni d’origine glaciale scavate nella roccia.

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