La basilica di S. Eustorgio sorge lungo una delle strade più importanti della città di Milano, quella che conduce a Pavia, capitale del regno dei Longobardi. Secondo un’antica tradizione ancora oggi da qui comincia la processione con il quale ogni nuovo vescovo di Milano entra in città.
La chiesa odierna è il risultato di una serie di restauri avvenuti nei secoli. I resti di una prima chiesa paleocristiana sono ancora visibili sotto l’abside, mentre elementi della costruzione di epoca romanica sono individuabili nella zona absidale e in alcuni capitelli. Nel XIII secolo la chiesa venne assegnata ai frati dell’ordine domenicano e l’edificio, che doveva essere funzionale alla attività di predicazione dei frati, è caratterizzato dall’annullamento della divisione netta tra spazio principale e spazi laterali, rispondendo così all’esigenza eliminare ogni impedimento fisico e strutturale all’ascolto da parte dei fedeli della liturgia e della predicazione.
Nell’angolo sinistro della facciata a capanna si trova un pulpito marmoreo, realizzato nel 1597 in sostituzione di quello originale dal quale, secondo la tradizione, aveva predicato S. Pietro Martire.
Il campanile, eretto tra il 1297 e il 1309, con i suoi 73 metri di altezza, è il più alto della città e reca sulla cuspide una stella, simbolo dei Magi.
All’interno, lungo la navata, si trovano opere straordinarie, sia pittoriche che scultoree.
La Basilica di Sant’Eustorgio fu fondata nel IV secolo da Sant’Eustorgio, che fu vescovo di Milano dal 343 al 355. Secondo la tradizione, il vescovo portò a Milano le reliquie dei Re Magi, donate dall’imperatore Costante. Le reliquie furono inizialmente conservate nella chiesa, che divenne un importante luogo di pellegrinaggio.
Nel corso dell’Alto Medioevo, la basilica fu ampliata e modificata più volte. Fu durante questo periodo che venne costruito il campanile, uno degli elementi più distintivi della chiesa. Nel 1164, le reliquie dei Re Magi furono rubate da Federico Barbarossa e trasferite a Colonia, un evento che influenzò profondamente la storia della basilica.
Nel XIII secolo, la basilica fu affidata ai Domenicani, che vi rimasero fino alla soppressione napoleonica del 1799. I Domenicani commissionarono importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento in stile gotico. Di particolare rilevanza è la Cappella Portinari, un capolavoro del Rinascimento lombardo, costruita tra il 1462 e il 1468 per volontà di Pigello Portinari, un banchiere fiorentino. La cappella ospita il monumento funebre di San Pietro Martire, scolpito da Giovanni di Balduccio.
Nel corso del Rinascimento, la basilica divenne un importante centro culturale e religioso. La chiesa fu arricchita con opere d’arte di grande valore, tra cui affreschi e sculture. La presenza dei Domenicani contribuì alla diffusione delle idee religiose e filosofiche del tempo.
Nel XVII e XVIII secolo, la basilica subì ulteriori modifiche e restauri. Durante il periodo barocco, vennero aggiunti altari e decorazioni che arricchirono ulteriormente l’interno della chiesa. Tuttavia, la soppressione napoleonica portò alla dispersione di molti beni ecclesiastici e a un periodo di declino.
Nel XIX e XX secolo, la Basilica di Sant’Eustorgio fu oggetto di importanti lavori di restauro che miravano a preservare e valorizzare il suo patrimonio storico e artistico. Gli interventi moderni hanno cercato di restituire alla basilica il suo aspetto originale, pur mantenendo le aggiunte storiche successive.
Cosa vedere
Scopri le opere presenti presso Basilica di Sant’Eustorgio (Milano)