Orientata con l’altare maggiore secondo lo schema tradizionale, la chiesa si presenta con la sua imponente e ricca facciata in ceppo gentile, lambita dalla strada e separata dalla medesima mediante piccolo sagrato pavimentato e sopraelevato di due gradini. La facciata è suddivisa da un cornicione in pietra sagomato in due ordini; l’ordine inferiore poi è ripartito da coppie di lesene poggianti su un alto basamento in tre riparti dei quali il centrale è occupato dal portale sempre in ceppo gentile ornato da due colonne a tutto tondo sulle quali poggia la trabeazione ed il timpano spezzato. Il secondo ordine della facciata prosegue principalmente solo sopra il reparto centrale e presenta al centro una nicchia contente la statua dell’Immacolata che calpesta il dragone infernale. I due reparti laterali del secondo ordine sono costituiti da due grossi medaglioni di raccordo sormontati da due angioletti. Al lato sinistro della facciata e sullo stesso filo è collocata la torre campanaria tutta in cotto con base in ceppo, coperta da tetto a 4 spioventi con manto di copertura in tegole.
IX – Si sa di certo che esistette una chiesa in onore dei Santi Faustino e Giovita fin dall’anno 1158; anzi in quell’ anno si parla della chiese come già esistenti da tempo.
1470 – Nel 1470 l’edificio subì grandi trasformazioni; non si trattò quindi di costruire una chiesa nuova, ma di rifare ¿ ingrandirne una vecchia per adattarla ¿ chiesa parrocchiale. Il lavoro di rifacimento durò una quindicina d’anni.
1487 – L¿ chiesa venne consacrata da Mons. Giacomo Viola (¿ Violi), Vescovo di Lodi il 15 maggio
1617 – Poco prima del 1616 fu necessario procedere ad un ulteriore ampliamento coll’aggiunta del coro, Nel 1617 il lavoro era compiuto per quanto riguardava il coro, ma si doveva restaurare già tutto il resto che nel 1487 non era stato fatto ex novo, ma era stato’soltanto riparato.
1636 – Nel 1636 e nel 1651 vennero effettuati lavori di consolidamento estesi a tutto il fabbricato andando anche ad intervenire sulle chiavi di legno che non garantivano un’ adeguata resistenza strutturale
XVIII – Il campanile è una torre quadrata in mattoni con basamento in ceppo locale. E’ stato affermato che i lavori di costruzione iniziarono nel 1626 ma risulta pressochè impossibile. Infatti in un affresco del Botticchio conservato nella chiesa di S. Vittore, si vede la parrocchiale come era in quel tempo e non si scorge la cella campanaria. Perciò la costruzione del campanile si può ritenere incominciata tutt’al più nel 1664.
1700 – la chiesa venne parzialmente demolita e ricostruita in stile barocco e nelle forme attuali, fatta eccezione per il coro che non venne trasformato. I lavori si protrassero fino al 1724, anno in cui venne completata la maestosa facciata con le opere dello scultore Pier Paolo Pirovano, autore tra l’altro del portale corinzio e delle statue presenti in facciata.
1744 – la nuova chiesa fu consacrata dal vescovo Antonio Redetti il 3 agosto 1744; ma in seguito a operazioni compiutevi dall’arch. Calepino nel 1765 essa venne riconsacrata dal vescovo Gian Paolo Dolfin il 14 settembre 1794
1763 – vennero sostituite le campane originarie con quattro nuove campane, consacrate poi da Monsignor Giuseppe Marini vescovo di Tagaste.
1764 – il vecchio coro venne demolito e ne venne costruito uno nuovo con forme e dimensioni che meglio si adattavano alla costruzione modificata mezzo secolo prima.
1938 – le quattro campane della chiesa parrocchiale vennero sostituite con un nuovo concerto di 6 campane costruite dalla ditta Crespi di Crema.
1947 – nel 1947 iniziano i lavori di restauro degli interni della chiesa
1974 – vengono eseguiti lavori di riordino e pulitura della monumentale facciata sotto la direzione dell’arch. Renzo Salvatoni.
1986 – vengono effettuati lavori di restauro e consolidamento al campanile
1995 – Restauro del fronte principale della chiesa