Edificio a pianta centrale con pronao all’ingresso e cappella con altare posti sullo stesso asse. I sostegni del pronao sono costituiti da sei cariatidi di grandi dimensioni, dello scultore Pompeo Marchesi, che caratterizzano l’ingresso e l’intera struttura. Poste su di una base a sei gradini sorreggono il pronao costituito da un timpano sormontato da una piccola scultura. Lungo il profilo esterno dell’edificio si trovano delle nicchie con statue di santi e, sull’asse perpendicolare a quello dell’ingresso, due coppie di lesene a colonna con capitelli corinzi che reggono un frontone e incorniciano due aperture, una per lato. Altre due aperture simili si trovano nell’ambiente contrapposto all’ingresso, mentre altre quattro, a lunetta, sono posizionate a croce nel tamburo.
L’interno è dominato dalla cupola emisferica, un tempo decorata con un cielo stellato. Esiste uno spazio unico se si eccettua la parte in cui si trova un piccolo altare a muro, opposta all’ingresso, rialzata da tre gradini e sottolineata da un pilastro e una colonna affiancati, con capitelli corinzi, per lato; questo ambiente è coperto da una piccola volta a padiglione. Nella fascia inferiore dell’aula si trovano quattro grandi riquadri affrescati dal pittore Filippo Tobia Raffaele Casnedi rappresentanti scene della vita di Gesù; nel tamburo si trovano invece scene, ormai molto degradate, relative ai santi Gervaso e Protaso.
1842 – L’edificio viene costruito su progetto di Luigi Cagnola.
1928 – Viene restaurato l’edificio.
1972 – Viene restaurato l’edificio e convertito a battistero.
Attualmente l’edificio viene usato per le celebrazioni, seppure in modo non costante.