Chiesa dei Santi Nazaro, Celso e Defendente (Ceresolo, LAVENO MOMBELLO)

Diocesi di Milano - chiesa sussidiaria - Lombardia

Laveno-Mombello - Via S.Defendente - VA - 21014

0332/668344

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

IX – Le origini della chiesetta sono antiche, ma gli studi sulle prime fasi sono ancora limitati alla ricostruzione ottocentesca proposta da Vincenzo De Vit: “Si crede esistesse nell`VIII secolo, certo nel IX vi aveva un prete, come un documento dell`850.” Mancano, dunque, altri riferimenti probanti, anche se un’attestazione pressoché coeva di beni in “Ciraxolo”, nell’846, sembra restituire l’immagine di una località articolata e fiorente, con beni e pescherie saldamente nelle mani di un vasso, il nobile Eremberto, che ne legava le rendite alla chiesa di S. Primo a Leggiuno, edificata per sua iniziativa pochi anni avanti.
X – Un documento recenziore (‘Liber Notitiae Sanctorum Mediolani’, inizi del XIV sec.) menziona per la prima volta l’intitolazione ai santi Nazaro e Celso e l’esistenza di un altare dedicato San Brandano. La dedicazione collaterale al santo navigatore irlandese trova una spiegazione nella posizione della chiesetta, sulla riva del lago e in un punto strategico per controllo delle vie d’acqua e non è escluso che fosse legata da tempo al luogo di culto, per la diffusione della agiografia del santo (nota come Navigatio sancti Brendani) sin dal X sec.
XVI – Sulle fasi successive di trasformazione l’unica nota reperibile proviene ancora dalla cronaca ottocentesca di Vincenzo De Vit: “nell`archivio Parrocchiale di Cerro, si trova memoria che questa chiesa era prima dedicata alla Beata Vergine e che fu consacrata nell`anno 1525 ai 15 di luglio da Francesco, vescovo suffraganeo della chiesa milanese”. Il passo, che non può indurre a ipotizzare una dedicazione alternativa in antico, va riferito al contestuale cammino di autonomia parrocchiale e trova un parallelo con la storia della chiesa nella vicina Cerro, località destinata a prevalere nei secoli successivi. La consacrazione della chiesetta di Ceresolo fu celebrata nel 1525 sotto l’invocazione alla Vergine in attesa di trasferire titoli, dotazioni e funzioni parrocchiali al luogo di culto di Cerro, intitolato alla Madonna del Pianto. Nel frattempo, nel tempietto medievale alcuni dipinti (un’Annunciazione sopra l’arco trionfale) ne celebravano la provvisoria dedicazione.
XVII – La parabola di Ceresolo era destinata a chiudersi nei primi decenni del XVII sec., quando la comunità fu decimata dalla “peste manzoniana”, né mai più risorse. Solo dopo quella data, la chiesa, peraltro “già rovinosa sino dai tempi di San Carlo” (De Vit), sarebbe stata interessata da ingenti lavori evidenti ad un’analisi della costruzione. L’aula dei fedeli fu ricostruita per tre quarti: risparmiato il solo muro meridionale e il sedime d’impianto, furono rialzati (o parzialmente rialzati) il muro settentrionale (cui furono giustapposte una cappella laterale mediana e una cappellina dei morti) e la facciata. Quindi furono inserite le volte sopra l’aula dei fedeli e sopra il presbiterio, che era già stato ricondotto al quadrato forse durante lavori cinquecenteschi. Fu l’occasione per ripristinare l’antica intitolazione ai santi Nazaro e Celso, cui fu accostata quella a san Defendente, celebrato nella nuova cappella laterale e in un affresco sopra il rinnovato ingresso.
1980 – Nel corso degli ultimi decenni del XX sec. la chiesa di Ceresolo è stata sottoposta ad alcuni interventi di restauro conservativo. Nell’occasione, sono stati riscoperti alcuni lacerti di affresco che Paola Viotto (Viotto 1997) ha potuto riferire a due interventi successivi, tra XV e XVI sec., e di cui si è detto. Durante le operazioni, l’area presbiteriale (il cui assetto precedente i lavori non è noto) è stata interessata da interventi di adeguamento, con posa di mensa centrale.

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