La facciata ad intonaco appare modulata dal cornicione ben rilevato e dai fasci di lesene su doppio registro, sopra i quali s’imposta il timpano triangolare con paraste angolari che la serrano agli esterni, e nicchie centinate e timpanate che nel corpo centrale si arrichiscono di ornamenti in stucco a ricciolo. Le stesse affiancano il portale architravato e la superiore specchiatura di forma quadrangolare, schermata da una vetrata policroma. I fianchi in muratura rustica sono scanditi dalla sequenza di lesene e finistre e dai volumi delle cappelle che si raccordano all’abside poligonale, mentre la torre campanaria, animata da rincasi parietali, è forata alla sommità da monofore centinate che danno luce alla cella.
Lo schema planimetrico presenta un impianto ad aula unica, scandito da pilastri legati da un cornicione aggettante mondanato che corre tutto intorno all’ambiente, tre cappelle laterali per parte collegate tra loro e voltate a botte.
Il presbiterio e il coro sono di forma quadrangolare e lo spazio è diviso da una balaustra che cinge la zona presbiteriale ma unito dalla copertura con grandi volte a botte. L’apparato decorativo è composto da rillievi in stucco che si estendono all’incorniciatura delle finestre, con spalle profilate da volute; il profilo superiore delle arcate delle cappelle, delineato da motivi a fusaiole, con capitelli animati da cherubini. Le nicchie ricavate dall’abside accolgono le statue lignee dei Santi Rocco e Sebastiano. La decorazione pittorica è presente sulla coprtura dove alla pittura di elementi vegetali si associano medaglioni con Santi, Sante e Qauttro Evangelisti.
Partiture geometriche imitano un rivestimento di lastre marmoree in corrispondenza dei pilastri, mentre una decorazione a girali vegetali si snoda nelle lunette e lungo il cornicione a fasce, proseguando verso l’abside sono rappresentati putti che inquadrano l’unica finestra presente.
1717 – La Marchesa dona al Comune di Genzone l’area sulla quale nel medesimo anno vennero iniziati i lavori di costruzione della chiesa.
1718 – La chiesa venne consacrata sotto il titolo di Santa Maria della Neve.
1820 – Contratto d’accordo con Antonio Amati per la costruzione dell’organo.
1849 – Restauro globale della chiesa.
1921 – Viene commissionta al pittore Antonio Villa la decorazione delle volte dell’aula eccelesiale e delle pareti ai lati dell’altare maggiore.
1973 – Venne effettuata la tinteggiatura della facciata e apposta la vetrata policroma, venne rinnovato il pavimento presbiteriale, venne rimosso il pulpito e spostato il fonte battesimale.