La chiesa è in semplice forma di cappella quadrangolare con una volta posta a protezione dell’altare maggiore; l’edificio è aperto con un grande fornice in facciata su un portichetto, che funge da protezione dei fedeli durante le messe. Lo schema era ampiamente in uso nei secoli dopo il XVI per la costruzione di ridotti edifici sacri. Oggi l’aula interna è protetta da una vetrata. All’interno si conserva un affresco dei primi anni del XVI sec. raffigurante una “Madonna del latte” invocata con il titolo di “Madonna della salute”. L’immagine sacra, infatti, è accompagnata dalle iscrizioni: Salutem quam nequit aegrotis fallax medicina, supplicantibus concede alma Virgo Maria (La salute che ai malati non può dare la medicina, a chi ti supplica concedi, alma Vergine Maria); ed ancora: Qui elucidant me, vitam aeternam habebunt.
XV – Il termine ante quem per fissare una data di costruzione del primo edificio sacro nella località è offerto da un affresco votivo che, ancora oggi, si conserva sull’altare maggiore del santuario. Si tratta di una “Madonna del latte” databile ai primi anni del XVI sec. che, in origine, fu dipinta sulla parete dell’altare di quella che doveva essere una semplice cappella aperta, ossia un rudimentale edificio quadrangolare, in cui l’altare per le celebrazioni era protetto da una volta o da un tetto, ma che doveva risultare del tutto privo di facciata. Per la protezione dei fedeli durante le cerimonie, doveva esser stato costruito un portichetto prospiciente, secondo una tipologia che fu rispettata durante la ricostruzione seicentesca.
XVII – La chiesa fu riformata entro il 1644, anno in cui, durante una visita diocesana, l’edificio fu nominato per la prima volta. Nella ricostruzione si preservò l’originario affresco cinquecentesco, dipinto sulla parete dell’altare, e si replicò, ingigantendola, la tipologia primitiva, ossia di semplice cappella quadrangolare, coperta con volta e aperta verso un portichetto, a sua volta protetto con una cupola e di riparo per fedeli e viandanti.