L’antica pieve di Quinzano d’Oglio, dedicata alla Natività di Maria, è posta sulla sommità dell’altura che ospita il cimitero, appena accanto all’importante strada che collega Brescia con Cremona. Completa il complesso il Santuario dedicato al Patrocinio di Maria Vergine, posto a nord della pieve. Il fabbricato, orientato a ovest, presenta il campanile sul fianco nord. All’esterno, oltre alla zona riservata alle sepolture, risalta l’abside di edificazione romanica in mattoni rossi. L’interno, a navata unica, è riccamente decorato da tele e affreschi. Fra questi ultimi si distingue il Cristo Pantocratore nell’abside, accompagnato dai quattro Evangelisti, mentre con la mano destra benedice e con la sinistra mostra il libro della vita al quale farà riferimento per giudicare tutti gli uomini nel giorno del Giudizio. Nell’arco trionfale sono da segnalare i profeti dipinti a fresco mentre a destra dell’ingresso si distinguono numerosi ex voto.
XIII – Reiterando l’errata lettura di un diploma di re Berengario II, la prima attestazione della pieve di Quinzano d’Oglio è stata a lungo fissata al 958, quando in realtà Quinzano compare solo quale toponimo fra i possedimenti confermati al monastero di Leno (Casanova 2008). “Johannes archipresbitero et fratribus plebis de Quinciano brixiensis diocesis” ricorrono invece il 9 agosto 1211 (Cattaneo 2006-2007), a non molti anni dalla costruzione del complesso romanico, di cui sopravvivono l’abside della chiesa e vestigia del battistero. Alla fine del XIII secolo sono da assegnare gli affreschi che ricoprono per intero, anche se in stato frammentario, la superficie interna dell’abside.
XV – Nel corso del XV secolo la chiesa dovette assumere le forme che, sostanzialmente, ha mantenuto fino ad oggi con la riduzione dell’aula a navata unica coperta con soffitto a capriate.
XVI – Nel 1540 il vicario del vescovo Annibale Grisonio visitando la chiesa la trovò pressoché diroccata, con le pareti prive di chiavistelli e col tetto tanto fatiscente che in caso di pioggia l’edificio veniva inondato. Il vicario richiese allora un accurato restauro che lo rendesse agibile al popolo. Nel 1565 il vescovo Bollani compì la sua visita pastorale: anch’egli, come il Grisonio venticinque anni prima, trova l’edificio inabitabile e scomodo. Di questo parlò con gli uomini del Comune perché venisse dato avvio a un restauro. Sette anni dopo, il Pilati visitò nuovamente l’edificio e considerate le condizioni ancora indecorose, ordinò che fosse il tutto riedificato. Nel 1660 il vescovo Giorgi dedica alla Pieve una pagina intera di interventi. Dagli atti della seconda visita pastorale del vescovo Giorgi del 2 maggio 1612 è possibile dedurre che la maggior parte degli interventi da lui richiesti nel 1600 fossero stati eseguiti.
XVIII – Gli ultimi anni del XVIII secolo sono ben documentati attraverso le note di spesa di un registro conservato presso l’archivio parrocchiale. L’edificio è interessato da un consistente numero di interventi di restauro, culminati con la grande festa in onore della Madonna, celebrata il 18 agosto 1799.
XX – Il restauro 1980-1983 ha restituito leggibilità alla stratificazione strutturale e pittorica della chiesa.
XX – Angelo Locatelli, su don Giulio Donati parroco di Quinzano d’Oglio, scrive: “entro dicembre [1906] aveva già provveduto a far reintonacare le pareti… che in alcuni punti risultavano malridotte e a fa porre dei gradini in marmo per accedere alla Pieve. Nel biennio 1933-1934 la chiesa vide la sistemazione dei propri tetti e del castello delle campane oltre che dello stesso campanile. Di quest’ultimo nel settembre 1936, venne messa in evidenzia la necessità di urgenti riparazioni. Due anni dopo venne restaurato, da certo signor Volpari, pure l’organo della chiesa per il quale si era già fatto qualcosa nel 1930”.