All’interno dell’Oratorio dedicato a S. Luigi, l’attigua chiesa dell’Immacolata si nota a malapena in quanto inglobata da edifici ad essa addossati. Si accede alla chiesa oltrepassando cinque gradini di Beola e la facciata principale è parzialmente occultata da un edificio che si dirama verso ovest. La porta d’ingresso, in legno laccato, si apre verso un disimpegno dove si impostano altri tre gradini che conducono alla navata. Un altro ingresso laterale è presente sulla Via Parini.
Le superfici esterne sono intonacate con calce grezza, non tinteggiate. In alcuni punti le lacune mostrano la tessitura muraria costituita da pietrame misto appena sbozzato.
Nel prospetto sud si aprono quattro monofore molto alte, protette da una grata in ferro e dotate di vetrate decorate.
1907 – Nel 1907 il prevosto, Mons. Luigi Vismara, comunicava che “nell’oratorio tutto era da rifare”. Anche la modesta chiesa dell’Immacolata era rimasta incompiuta. Il progetto originale, opera dell’Ing. Chiappetta, venne rivisto dall’Ing. Giulio Amigoni in quanto, il primo si era rivelato molto costoso.
La decorazione dell’altare fu la prima opera di finitura, grazie a una benefica elargizione della famiglia Delù. Venne costruita anche la loggia e nel 1914 decorate tutte le superfici interne. Man mano che le impalcature andavano scomparendo, apparvero agli occhi dei fedeli le arcate celesti stellate e i capitelli dorati del colonnato.
1915 – Il pittore Giovanni Battista Jemoli, nel 1915, terminò di dipingere le pareti della navata con le scene riguardanti la vita di S. Luigi. Ben sei riquadri con colori ancora oggi perfetti.
1940 – Altre opere si susseguirono per manutenere la piccola chiesa. Ad esempio tra il 1940 e 1947 si realizzò il nuovo tabernacolo, tra il 1948 e il 1967 si rinnovò il pavimento, l’impianto di riscaldamento e la corona per la Beata Vergine. Il diadema è argento e oro sbalzato, cesellato con incastonatura di 12 ametiste rettangolari, 12 topazi nella fascia, 6 topazi bruciati e 12 palline di Calcedonia, nella parte superiore. Il lavoro è opera della Scuola Beato Angelico di Milano e il metallo prezioso è stato offerto dai bambini dell’oratorio, con rispettive famiglie.