La chiesa dell’Immacolata a Varese presenta una pianta ad aula unica rettangolare con presbiterio rettangolare. Entrando a destra si trovano tre tele raffiguranti, procedendo dall’ingresso verso l’altare, S. Apollonia, S. Lucia e S. Cecilia. L’area presbiteriale è separata dalla navata da una balaustra in marmo marrone con intarsi in marmo nero. Sulla parete di fondo si trova l’antico altare in marmo policromo che ospita una pala raffigurante la Madonna Immacolata attribuita al Nuvolone. Procedendo dall’altare verso l’ingresso si trovano altre due tele raffiguranti S. Antonio da Padova e S. Orsola. Accanto all’ingresso è visibile un antico affresco raffigurante la Madonna con il Bambino. Sulla volta a botte della navata è affrescata la Madonna Immacolata in cielo tra angeli. Sulla volta del presbiterio, al centro di un finto cielo con angeli, si trova una raffigurazione dell’occhio della provvidenza. Gli interni sono dotati di un ricco apparato decorativo basato sui colori verde, rosa e giallo. Sono frequenti motivi architettonici e cornici. La chiesa è illuminata da sei finestre rettangolari, quattro collocate in corrispondenza della parete orientale e due nel presbiterio. Sulla controfacciata si trova una vetrata di forma ottagonale.
La chiesa si affaccia su un ampio sagrato e la sua facciata principale presenta un profilo a capanna, avente un timpano dotato sia agli estremi sia al centro di elementi ad andamento curvilineo. Un portale decorato interrompe al centro la zoccolatura in pietra. Sul portale si può leggere l’intitolazione della chiesa alla Vergine. Superiormente si trova una vetrata con cornice polilobata che illumina la navata interna. In sommità al timpano è collocata una croce metallica. La superficie della facciata presenta cornici rettangolari con una finitura a simulazione della pietra. La stessa finitura si trova nelle cornici che seguono l’andamento del timpano.
1726 – La chiesa fu costruita tra il 1726 e il 1731 nel luogo in cui sorgeva un antico edificio di culto medievale dedicato ai Santi Pietro, Ippolito e Cassiano per iniziativa del nobile Giovanni Battista Marliani e dei membri della Confraternita del Santissimo Sacramento di Masnago.