La chiesa è stata costruita tra il 1781 e il 1790. L’impianto architettonico della chiesa è a navata unica, con abside semicircolare. L’interno riprende motivi architettonici settecenteschi; l’aula è ritmata sui fianche da sei cappelle incassate, tre per lato, con aperture ad arcone trionfale e tra loro distanziate da lesene dotate di semicapitelli. L’innesto della volta a botte è segnato dalla presenza di mensoloni; sono presenti nella volta degli unghioni in corrispondenza delle finestre, ritmati da membrature.
XIV – Anticamente era compresa nel castello, e probabilmente fu in origine la
piccola chiesetta dell’Ospitale della Pieve medesima, come fa supporre il titolo di san Giacomo, venerato nel Medioevo come il protettore principale dei pellegrini. Di questa piccola chiesa non si hanno notizie certe, se non che viene descritta come inadeguata, per contenere i fedeli, dal decreto del Cardinale Carlo Borromeo nel 1580 e si predispone quindi la realizzazione di una nuova chiesa.
XV – Sono individuabili alcuni lacerti murari e di affreschi datati “MCCCCXXXIIII”, i quali testimoniano la preesistenza di un antico edifico di culto.
1636 – Il cantiere seicentesco della nuova chiesa è documentato in atti notarili dai quali emerge che nel 1636 il ” Consiglio della Comunità”, presieduto dal console Giacomo Cagiada e dai sindaci Bartolomeo Ferrari e Francesco Bonetto, a causa dell’urgentissimo bisogno metteva a disposizione 400 lire da usare per “la fabrica della chiesa”.
1663 – Alla fabbrica della chiesa fu affiancata sul lato nord la nuova sacrestia nel 1663 i cui costi, 150 scudi, furono sostenuti dalle “Scuole” o confraternite del SS.mo Sacramento e del Rosario,dalla comunità e dal benemerito don Francesco Capredoni.
1674 – Unitamente alla fabbrica della chiesa doveva aver preso corpo anche il progetto e l’edificazione della torre poichè viene citata in un documento di memorie di don Francesco Capredoni del 1674. Il campanile andò a sostituire quello precedente che non era ubicato sullo slargo
della piazza ma nei pressi della zona absidale dell’edificio chiesastico preesistente.
1674 – Nel 1674 vennero addossati sul lato nord della chiesa degli ambienti denominati “il cascinetto per il malghese”, che, come ricorda lo stesso parroco, don Francesco Capredoni, in questi locali venne ospitato il “malghese” al quale aveva affidato la cura del bestiame.
1748 – Con l’avvento del parroco don Angelo Zanardelli ci fu un rinnovamento del gusto delle decorazioni interne, delle cappelle, delle tele e dell’arredo sacro.
1893 – Nel 1893 venne commissionata dal parroco don Gabriele Rampini al pittore Bocchi (ditta Rizzini di Brescia) di coprire i pregevoli scorci
in prospettiva degli affreschi settecenteschi sulle volte dell’interno, lasciando emergere solo la figura di san Giacomo. Le indiscriminate e poco estetiche manomissioni andarono ad alterate le precedenti armonie. A questo intervento inadeguato fu posto rimedio negli anni Trenta del secolo successivo riportando alla luce gli affreschi settecenteschi.
1932 – Data la necessità nei primi anni ’20 di dover aumentare le dimensioni dell’aula per poter contenere il maggior numero di fedeli, viene incaricato del progetto l’architetto Angelo Albertini, ma i pagamenti al progettista per le sue competenze si dilatarono fino al 1931 date le numerose proposte da lui elaborate. La svolta in favore del geometra Luigi Marchesi, fu scelta per l’idea più tradizionale di un prolungamento di una campata verso ovest della profondità di 4,60 metri dell’aula, di riprendere il modello della precedente facciata, con minime varianti e aggiunta di marmi, e di sopraelevare il campanile.
1933 – Con la fine dei lavori del 1932 vennero sostituiti i pavimenti interni alla navata e al presbiterio e si pensò ad un elegante effetto bianco e nero dato da mattonelle a “dama”.