La chiesa si trova a margine dell’abitato storico, a ridosso del cimitero, su ampio incrocio stradale e adeguato, pianeggiante sagrato. Il volume principale della chiesa corrisponde esternamente all’ampia navata, coperta a capanna, su cui si attestano quelli minori delle cappelle laterali e del presbiterio, posto a nord. La facciata nasconde la presenza dei volumi delle cappelle laterali, unificando sotto un unico grande timpano il prospetto principale. Il campanile, sul fianco est, è separato dalla chiesa, presenta la base inglobata dai volumi della sagrestia. internamente l’ampia navata è suddivisa in due campate principali coperte a vela e con rispettive copie di cappelle laterali. Le campate principali sono intercluse da campate minori coperte a botte. Il presbiterio, ampio e luminoso, di proporzioni poco ridotte rispetto alla navata; è coperto parte a vela, parte con una semi cupola.
1777 – Il 10 Agosto 1777 nella visita pastorale il vescovo Giovanni Nani sospende l’altare maggiore ordinandone il rifacimento. L’altare appartiene alla chiesa precedente all’attuale. Tale prescrizione darà impulso al rifacimento dell’intera chiesa. L’attuale chiesa conserva il campanile della chiesa precedente, il presbiterio modificato in sacrestia e la sacrestia trasformata in accesso laterale. La chiesa preesistente era suddivisa in tre navate di lunghezza pari alla larghezza dell’attuale chiesa, presentava orientamento perfettamente ad est del presbiterio.
1797 – Nel libro di cassa della Fabbrica per il nuovo altare maggiore viene registrato il pagamento all’architetto Tommaso Spinedi di Bancate di Lugano, assistente e progettista al santuario della Via Cucis di Cerveno.
1798 – Il 23 Febbraio 1798, viene eseguito l’acquisto dal Parroco e Presidente della Fabbrica preposta alla realizzazione del nuovo altare, Don Giacomo Varini, morto poco dopo, il 19 Aprile 1798.
Il trasporto fu seguito dal mastro Francesco Togni, nativo di Santicolo, residente a Brescia. Il marmo, trasportato a più riprese corrisponde al peso di 6500 kg.
1821 – nel 1821 viene aperto il cantiere di costruzione con la realizzazione delle buche per la calce. i disegni sono rivisti da Pietroboni Tommaso di Vione, artista del legno e maestro di disegno. Capomasto è Filippo Togni. Parroco don Stefano Radici.
1825 – La chiesa è ultimata nel 1825 con la copertura del tetto in lastre di pietra provenienti da Zazza di Malonno. Nei due anni successivi si compiono opere di rifinitura. sono ricollocati due altari della chiesa precedente, provenienti da Brescia e intitolati a sant’Antonio e alla Madonna del Rosario.
1830 – Il 7 Agosto 1830 il Vescovo di Brescia Gabrio Maria Nava consacra la nuova chiesa.
1844 – Il portale principale, in stile neoclassico, in marmo lavorato proveniente da Vezza d’Oglio, viene posato da manovali del luogo. Sul marmo è inciso D.O.M (Deo Optimo Maximo) e D.M.D.O.V. (domus mea domus orationis vocabitur).
1861 – A seguito di lascito viene acquistata a Brescia la statua della madonna del Rosario. Di conseguenza viene trasferito l’altare della Madonna nella cappella di Sant’Antonio, e costruito l’attuale altare in muratura decorata a finto marmo, con nicchia per l’inserimento della statua.
1868 – Viene commissionato a Giovanni Tonoli l’organo di 96 canne di stagno (facciata), 550 di lega piombo-stagno, 21 di legno. Tastiera di 54 tasti. Per l’inserimento dello strumento viene realizzato uno scasso nella parete della chiesa e realizzati i vani accessori e la cantoria.
1886 – nel 1866 il pittore Antonio Guadagnini dipinge e decora l’interno. Sull’affresco del presbiterio raffigurante l’adorazione dei magi l’autore firma: ” Ant. Guadagnini 1886″.
1897 – A causa di degrado viene ricostituito l’intonaco esterno con malta di calce e cemento, restaurato tetto gronde e pluviali, restaurato il campnile e l’interno della sacrestia
1898 – Viene rifatto il pavimento utilizzando piastrelle di cemento per i corridoio e riposizionando le pietre originali negli spazi dei banchi
1905 – Nell’estate 1905 il capomasto Maroni Luigi di Villa Dalegno realizza i capitelli alle lesene interne e la stuccatura a finto marmo delle stesse, con lucidatura a ferro rovente
1910 – Viene rifatto il pavimento del presbiterio, della sacrestia e delle parti corrispondenti ai banchi nella navata utilizzando mattonelle in cemento fabbricate ad Edolo.