la struttura della chiesa è quadrata ma è disposta in modo asimmetrico rispetto alle strade e alla piazza antistante, non è elevata, non ci sono scalini d’accesso e per questo la chiesa trasmette un senso di accessibilità a tutti. Il sagrato si prolunga anche intorno alla chiesa ed è il luogo si accoglienza ed incontro tra i fedeli. Le pareti esterne sono rivestite di un “paramento” in cotto fatto di mattoni disposti in modo da formare tre serie di croci greche. La facciata è caratterizzata dal grande e semplice portale di legno sopra il quale vige una scritta che ricorda la dedicazione al Santo della chiesa. Il disegno al centro descrive le mani del sacerdote che innalzano l’ostia. Sullo sfondo del portale vi è raffigurato il Buon pastore con la pecorella sulle spalle.
A sinistra invece vi è un altare con il pane e il vino e un sacerdote con le mani giunte verso il cielo.
Sulla destra vi è un grosso pesce con un cesto pieno di pane: essi ricordano il miracolo di Gesù riguardante la moltiplicazione die pani e dei pesci.
Sopra, un calice in un cielo di stelle: è l’immagine della vita eterna che scaturisce dall’incontro con il calice della vita. La chiesa presenta inoltre due ingressi laterali su cui sono disegnati i simboli degli Evangelisti. Sopra il portale si innalza il campanile che ha la forma di un libro aperto sul quale sono scolpiti i dieci comandamenti. La chiesa di San Pio X, è molto recente rispetto alla maggioranza delle chiese della bergamasca ed ha un impostazione singolare ed innovativa.
La volta è costituita da una campata sostenuta da quattro portanti in c.a. che convergono al centro e sostengono una soffittatura a vele sottese. Entrando in chiesa è evidente come la struttura assomigli ad una tenda: è un grande spazio aperto e questo rende possibile e favorisce lo sguardo verso l’altare. I banchi sono disposti in modo da avere come centro il presbiterio e in esso l’altare. Il pavimento è in cotto mentre le pareti sono bianche e senza alcun fregio.
L’attuale soffitto è a quadrelli: nei primi anni vi era un affresco che simulava una specie di mosaico.
A causa di alcuni difetti dovuti ai materiali di utilizzo, si decise di rimuovere totalmente l’affresco ormai quasi del tutto deperito. Le vetrate sono una delle parti più affascinanti della chiesa; esse donano intense tonalità e i colori percepiti all’interno sono molto suggestivi.
Le vetrate raccontano la storia del patrono e si leggono partendo dal rettangolo più piccolo posto sulla sinistra dell’ingresso. Il presbiterio è rialzato rispetto alla navata e all’interno è presente un ambone in cemento e graniglia e l’altare in marmo bianco.
1953 – il primo gruppo di famiglie prese possesso degli alloggi costruiti dall’Ina-Casa. Nasce così il primo elemento per il configurarsi di una parrocchia; la chiesa infatti non mancava, anche se piccola e rudimentale: era la cappella del Palazzo dei Tasso che per più di un anno dilatò il suo spazio aprendo la porta affinché i celadinesi potessero ascoltare la messa domenicale nella Piazza antistante.
1954 – il parroco don Astori si preoccupò di allargare lo spazio della piccola Cappella: fece costruire una cappella provvisoria. Il progetto era dell’arch. Sandro Angelini, il quale progettò successivamente la chiesa parrocchiale. I motivi per la costruzione di una parrocchia andavano crescendo anche grazie al numero di abitanti. Mancava solo la figura fissa di un sacerdote che arrivò poi a dicembre dello stesso anno.
1955 – 24 settembre la Celadina venne eretta in Vicariato Autonomo sotto il titolo di S. Pio X, al quale sarà poi dedicata la nuova Chiesa; nel 1956 la chiesa ancora non esisteva ufficialmente
1958 – la parrocchia di Celadina venne eretta dal vescovo Giuseppe Piazzi con decreto del 10 gennaio, smembrandola da Boccaleone e da Gorle. Nello stesso anno si iniziarono i lavori della nuova chiesa, progettata come già citato in precedenza, dall’Arch. Angelini.
1959 – Mario Cornali affresca la Via Crucis e realizza la pala con il Crocefisso e i Santi Francesco, Pio X e Maria Goretti
1965 – il presbiterio venne riordinato sempre su progetto dell’Arch. Angelini, dai marmisti Comana e Remuzzi che utilizzarono per la realizzazione, granito rosso e botticino
1979 – inizialmente le campane erano cinque, poi il concerto è stato completato in otto campane; vennero benedette dal vescovo Oggioni.
2006 – la statua di San Pio X realizzata dallo scultore Gregorio Cividini, venne spostata sul presbiterio; anche il tabernacolo venne spostato e trasportato dal presbiterio alla cappella laterale di destra, da sempre predisposta ad essere la cappella dell’adorazione.