La chiesa è orientata con l’abside a sud ed anticipata da un ampio sagrato pavimentato in blocchetti di porfido. La facciata è divisa in due ordini architettonici: l’ordine inferiore è costituito da parte in muratura e parte in intonaco e presenta, incorporato, un piccolo portico aperto con tre archi in opera su colonne in serizzo. Una cornice orizzontale, con andamento curvo solo alle estremità, serve da base per sei finestre ad arco in opera su colonne in pietra e ad altre due ai lati, mentre un cornicione realizzato in parte in cotto serve d’appoggio alle mensole in pietra che reggono la gronda dotata di canale in lamiera. Il secondo ordine presenta una grande finestra semicircolare. La facciata prosegue in muratura intonacata ancora per un tratto e termina con un cornicione semicircolare, con brevi tratti rettilinei alle estremità, e si conclude con un coronamento in pietra ad andamento curvo con croce in pietra. L’ ingresso principale è fiancheggiato dai due secondari.
Internamente si presenta a navata unica coperta da volta a botte. Lesene riccamente decorate si innalzano sino ad incrociare gli archi a tutto sesto. Nella parte superiore di ogni campata sono collocati sfondati a modo di trifora costituito da tre piccoli archi in opera su colonne a tutto tondo. Nella prima campata a destra è posto un confessionale. Nella seconda campata a sinistra è posto l’altare dedicato a S. Alessandro, a destra quello dedicato a S. Teresa di Lisieux. Nella terza campata sono posti gli ingressi laterali. Nella quarta campata sono posti due altari: quello di sinistra è dedicato alla Madonna del Rosario, quello di destra è dedicato a S. Zenone. L’arco trionfale divide la navata dal presbiterio e presenta ai lati due ingressi che conducono alla sagrestia e ad un ripostiglio. Il presbiterio è rialzato di tre gradini ed è coperto da volta a botte. Il coro è absidato e coperto da catino.
1921 – con decreto 28 luglio, il vescovo Luigi Maria Marelli decretava lo smembramento e la separazione dalla parrocchia di San Biagio vescovo e martire in Caprino, e in minima parte dalla parrocchia di San Giacomo apostolo in Pontida, della porzione del territorio del Comune di Cisano, e ne erigeva la chiesa, in precedenza sussidiaria di quella di Caprino, a parrocchiale sotto l’invocazione di San Zenone vescovo e martire
1923 – su progetto dell’ingegner Camillo Galizzi vengono avviati i lavori di costruzione della nuova chiesa con la posa della prima pietra avvenuta il 21 maggio 1925. Il rustico della chiesa risulta già ultimato nel 1927. I lavori edili si concludono nel gennaio del 1930, mentre l’anno successivo iniziano i lavori di decorazione interna
1934 – consacrazione per mano del vescovo coadiutore Adriano Bernareggi che la dedicò al Santissimo Nome di Gesù e S. Zenone martire, le cui reliquie sono custodite nella mensa dell’altare maggiore.
1937 – realizzazione del nuovo sagrato della chiesa parrocchiale. Per la realizzazione di quest’intervento viene demolita la navata dell’antica S.Zenone
1941 – vengono realizzate e tutte le decorazioni interne della chiesa
1950 – costruzione del campanile
1981 – si susseguono vari interventi di sistemazione degli ambienti accessori alla chiesa: rifacimento e completamento delle scale interne, ristrutturazione dei locali laterali lungo i lati est ed ovest
1990 – vengono posati diversi fessurimetri per monitorare il quadro fessurativo delineatosi negli anni
1995 – restauro della copertura lignea della chiesa e del campanile
1996 – rifacimento della pavimentazione del sagrato con l’utilizzo di lastre di granito, blocchetti porfido e masselli
2009 – rifacimento del manto di copertura
2010 – restauro conservativo interno dell’apparato decorativo
2016 – adeguamento dell’impianto termico e realizzazione nuova linea gas metano