La chiesa esisteva già alla fine del 1500, ma fu ristrutturata una prima volta nel 1639, come riporta una data alla base del campanile e, con un definitivo intervento su progetto dell’ingegnere e architetto Isidoro Affaitati, primo architetto del re di Polonia e Lituania, nativo di Albogasio Superiore, molto probabilmente nel 1666, durante uno dei suoi rientri nel paese d’origine.
Direttore della fabbrica fu il capomastro Gerolamo Ceroni la cui lapide sepolcrale datata al 1687 si vede davanti alla cappella di sinistra.
La facciata della chiesa, a due ordini con timpano triangolare alla sommità e due volute all’estremità, è del tutto simile alla chiesa dei Francescani Riformati a Varsavia progettata da Isidoro Affaitati prima del 1666.
Il portale e i capitelli delle lesene in pietra di Saltrio sono opera del 1680 dello scultore Carlo Merli, nato ad Albogasio Superiore, capostipite di una dinastia di scultori, altaristi e stuccatori attivi a Vicenza nel XVIII secolo e in Lituania. Sul fianco meridionale della chiesa sono dipinti gli stemmi degli Arcivescovi milanesi “Signori della Valsolda”, terra feudo della Diocesi di Milano.
L’ interno è a un’unica navata con due cappelle laterali dedicate a Sant’Anna (a sinistra) e a San Giuseppe (a destra).
Le due cappelle formano una sorta di transetto, perché sono collegate da una falsa cupola centrale affrescata. Sono infatti gli affreschi del pittore Giovan Battista Pozzo junior, di Loggio Valsolda (1662-1730), a dare continuità al racconto, che si sviluppa attraverso le storie di Gioacchino e Anna (a sinistra) e di Giuseppe, con la Madonna e gli episodi della vita di Gesù (a destra), che culminano con l’Incoronazione della Vergine, contornata da angeli, nella cupoletta.
Da notare che, nelle due cappelle, il pittore riprende il concetto berniniano delle tre arti (architettura, scultura e pittura) fuse in un’unica opera, forse il primo esempio di pittura tridimensionale in tutta la zona del Comasco entro la fine del Seicento.
Il presbiterio – A forma rettangolare, fu innalzato nel 1635, come si legge sul fianco meridionale esterno della chiesa. Ben visibile la differenza stilistica degli stucchi dell’altar maggiore, ancora di sapore pellegriniano, opera di Giovanni Prando (Aliprandi), (Laino 1581-Porlezza 1679), eseguiti nella prima metà del Seicento (attribuzione di Giorgio Mollisi), e gli stucchi della volta, di autore ignoto, della seconda metà del Seicento.
La pala d’altare rappresenta l’Annunciazione, opera eseguita da Onorato Pagani nel 1918, copia della tela precedente di Salvatore Pozzo (attr. Giorgio Mollisi), oggi sopra il portone d’ingresso, pesantemente restaurata. Allo stesso Pagani si deve tutta la decorazione del presbiterio, rifacimento e ridipintura su una precedente decorazione di un pittore degli anni Ottanta del Seicento, presumibilmente Marco Antonio Pozzo, nato a Puria nel 1632.
Sulla volta è rappresentata l’Assunta, mentre nelle pareti laterali, interamente di mano del Pagani, si vedono: Gesù che parla alla folla (sulla parete destra) e l’Ultima cena (sulla parete sinistra).
La navata – Sempre di Onorato Pagani il Battesimo di Gesù, sulla parete sinistra della navata, all’ingresso della chiesa, e la Samaritana al pozzo (a destra).
Nel vano occupato in precedenza dal vecchio confessionale, si trova la tela con la Natività, opera eseguita nel 1645 dal pittore di Puria Salvatore Pozzo (1585-1681), ex voto di Andrea Puttini di Albogasio, come si legge nell’iscrizione con lo stemma del donatore.