Cattedrale di Santa Maria Assunta e Santi Pietro e Paolo (Brescia)

Diocesi di Brescia - Chiesa cattedrale - Lombardia

Duomo Nuovo, Piazza Paolo VI, Brescia, BS, Italia

030/42714

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Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

  • V ‐ VII: Vi era anticamente una basilica di origine paleocristiana, San Pietro de Dom, di cui rimangono pochissime tracce; era a tre navate e dotata di ventotto colonne probabilmente recuperate da edifici preesistenti di epoca romana. Di queste colonne ne rimangono quattro di cui due riutilizzate per il portale del Broletto, situato a fianco, altre due per il portale della chiesa di S. maria della Carità.
  • X ‐ XV: La chiesa di S. Pietro de Dom fu rimaneggiata più volte tra il X ed il XV secolo.
  • 1599: A causa dello stato di degrado e rovina in cui si trovava, viene decretata la demolizione della chiesa, ad opera delle autorità cittadine.
  • XVII: I lavori poterono riprendere sul finire del XVII secolo a causa dei numerosi lasciti ed eredità donate alla Chiesa, a conseguenza dell’enorme numero di defunti provocato dalla peste, che mise quindi la Diocesi di Brescia in condizioni economiche sufficienti a riaprire la fabbrica sebbene, al di fuori, la crisi imperversava ancora.
  • XVII: Intorno al 1630, il cantiere del Duomo si ferma per circa qurant’anni a causa della crisi economica e demografica causate dalla peste.
  • 1603: Agostino Avanzo presenta un primo progetto del Duomo, un ibrido fra il Manierismo e il classicismo: pianta a croce latina, con tre navate e transetto, altari laterali sporgenti e grande cupola centrale.
  • 1603: Giovanni Battista Lantana, al contrario dell’Avanzo, presenta un progetto abbastanza simile ma più moderno e con una maggiore attenzione strutturale. Entrambe le idee vengono però scartate dai deputati della commissione di cantiere, eletti dal Comune e dal Vescovo, soprattutto per il fatto che non presentavano sufficienti affinità con le direttive del Concilio di Trento nell’ambito dell’architettura religiosa.
  • 1604: Il Lantana propone un terzo progetto, che si rivela essere quello definitivo: viene aggiunto un ordine minore tuscanico da affiancare a quello maggiore corinzio e viene posta un’ulteriore cupola sull’abside, che sarebbe stata retta da alcuni contrafforti esterni intervallati da nicchie. Per queste ultime, i deputati della fabbrica già commissionarono le statue decorative a Giovanni Antonio Carra.
  • 1604: La posa della prima pietra avviene il 12 maggio 1604, alla presenza del Vescovo di Brescia mons. Marino Zorzi.
  • 1605: Pier Maria Bagnadore, propone un progetto alternativo, praticamente una copia di quello definitivo del Lantana con la sola aggiunta di una campata verso ovest che convertisse la croce greca in una croce latina; ottiene così l’incarico a discapito del Lantana.
  • 1606: Pier Maria Bagnadore, cambia in corso d’opera nuovamente il progetto della pianta da croce latina, tornando al progetto orginario, simile a quello del Lantana a croce greca.
  • 1611: Il ritorno all’impianto a croce greca da parte del Bagnadore porta l’architetto fuori dalle grazie del Vescovo di Brescia Giorgi, che lo allontana dal cantiere nel 1611 e chiama al suo posto il milanese Lorenzo Binago.
  • 1611: Binago propone di realizzare due torri in facciata, espediente tipicamente barocco, ma non fu accettato dalla committenza e dalla cittadinanza.
  • 1698: Nel 1698 Luca Serena, figlio del pittore Nicola Serena, disegna un progetto per il completamento del duomo.
  • XVIII: Alla fine del XVII secolo vengono apposti sulla superficie interna i vari elementi dell’apparato decorativo in stucco e marmo scolpiti da Giovanni Battista Carboni.
  • 1711: Nel 1711 Giuseppe Antonio Torri disegna un progetto per il completamento del duomo.
  • 1719: Antonio Biasio diventa il nuovo direttore dei lavori e nel 1719 progetta una nuova facciata, in sostituzione a quella del Binago, con coronamento a frontone semicircolare.
  • 1748: L’idea rimarrà fino al 1748, quando un’altra modifica sempre ad opera del Biasio modificherà il frontone in forma di arco ribassato, nuovamente seguendo i costumi dell’epoca. In questi anni si ha il fiorente episcopato del Cardinale Angelo Maria Querini, che darà un forte impulso ai lavori
  • 1750: Nel 1750 viene realizzato un organo e collocato nella cantoria in cornu Epistulæ. Vi era precedentemente un organo realizzato da don Cesare Bolognini in occasione del Giubileo del 1750.
  • 1758: Nel 1758 il Biasio muore e alla direzione della fabbrica subentra Giovanni Battista Marchetti, accompagnato da suo figlio Antonio. La facciata, al momento terminata solo nella metà inferiore, viene nuovamente modificata e questa volta secondo il gusto neoclassico, proponendo un frontone triangolare che sarà poi quello definitivo.
  • 1825: Nel 1825 viene realizzata la grande cupola disegnata da Luigi Cagnola e messa in opera da Rodolfo Vantini. La cupola, fin dall’inizio, ha rappresentato l’elemento trainante e comune di tutti i progetti.
  • 1855: Viene realizzato l’organo ad opera di Giovanni Tonoli, nel 1855; Il Tonoli riutilizza del materiale fonico tra cui le canne del precedente organo, realizzato da don Cesare Bolognini.
  • XX: Il duomo fu oggetto di restauro nel dopoguerra, riprendendo l’aspetto originale, sebbene le scalfitture sulle pareti dell’abside siano tuttora lasciate a memoria.
  • 1906: Viene composto, posizionato in presbiterio su cantoria in Cornu Epistolae e riformato l’organo originario del Tonoli ad opera di Diego Porro.
  • 1914: La Cattedrale viene consacrata dal Vescovo di Brescia, mons. Giacinto Gaggia il 4 luglio del 1914.
  • 1943 ‐ 1944: Durante i bombardamenti aerei alla città avvenuti tra il 1943 ed il 1944, il rivestimento in piombo della cupola si incendiò e il retro fu in numerosi punti scalfito e abraso dalla caduta di una bomba su un palazzo adiacente, che esplose danneggiando la parete della cattedrale.
  • 1971: Nel 1971 e fino al 1974 il Duomo Nuovo viene completamente restaurato.

Cosa vedere

Scopri le opere presenti presso Cattedrale di Santa Maria Assunta e Santi Pietro e Paolo (Brescia)

Monumento a Papa Paolo VI

Monumento a Papa Paolo VI

Paolo VI, nato a Concesio e ordinato sacerdote nel Duomo Nuovo nel 1920, divenne Papa nel 1963 e morì nel 1978. È stato beatificato nel 2014. Brescia lo ricorda con un monumento eretto nel 1984 in Piazza Paolo VI, opera dello scultore Lello Scorzelli. Il monumento rappresenta Paolo VI inginocchiato davanti alla Porta Santa aperta nel 1974. Il Papa regge un bastone pastorale realizzato dallo stesso Scorzelli, utilizzato da Paolo VI nel Concilio Vaticano II. Il monumento include anche due battenti bronzei raffiguranti scene della vita di San Paolo e un alto zoccolo di marmo nero con l’iscrizione “PAULUS VI PONT. MAX. BRIXIENSIS”. Le formelle romboidali raccontano eventi significativi del pontificato: la Chiusura del Concilio, l’Incontro con Athenagoras I, i mali del mondo contemporaneo, le encicliche papali, e la lettera a Aldo Moro. Altre formelle narrano eventi come il Discorso all’ONU, l’Attentato a Manila, l’Abbandono del Triregno e la Morte di Paolo VI, simbolicamente legata alla Trasfigurazione di Cristo.

Pala dell'Assunta

Pala dell'Assunta

L’opera di Giacomo Zoboli, realizzata per l’ornamento del presbiterio del Duomo Nuovo, si ispira all’Assunta del Moretto ma con uno stile più dinamico e libero. L’artista si confronta anche con i modelli dei fratelli Carracci e le composizioni “alla romana”. La tela raffigura la Madonna in alto, sorretta da angeli, e gli apostoli in basso, ognuno con un diverso atteggiamento di stupore. Il pittore mostra modernità nel taglio dei corpi degli apostoli, con una composizione vivace e piena di enfasi, tipica del clima pittorico romano. Zoboli portò il classicismo romano a Brescia, precedendo l’intervento di Pompeo Batoni. La tela è accompagnata da una pregevole soasa in marmi versicolori, progettata da Giovan Antonio Biasio.

Sculture del Presbiterio

Sculture del Presbiterio

Le statue di San Filastrio e San Gaudenzio, realizzate in marmo di Botticino da Antonio Calegari nel 1739, si trovano nel presbiterio del Duomo. Commissionate dal cardinale Querini, queste rappresentano due importanti figure della Chiesa bresciana. Il Querini voleva statue nobili e naturali, e Calegari, già noto per la sua abilità, riuscì a infondere nelle figure una grande vitalità, specialmente nei volti e nelle mani. Filastrio è raffigurato con un piviale e un dito puntato verso l’altare, mentre Gaudenzio tiene un libro con i suoi scritti. Le statue, con il loro dinamismo e i giochi di chiaroscuri, simboleggiano la fede (Filastrio) e la dottrina (Gaudenzio).

Arca di Sant'Apollonio

Arca di Sant'Apollonio

Il vescovo Apollonio, probabilmente sepolto nella basilica che fece costruire, fu traslato nel 1025 nella cattedrale di San Pietro de Dom. Le sue reliquie furono riscoperte nel 1503, e nel 1510 il Collegio di Notai commissionò una nuova arca in pietra per accoglierle. Dopo la demolizione di San Pietro de Dom, l’arca fu trasferita nel Duomo Vecchio e poi nel Duomo Nuovo nel 1674, insieme alle reliquie di San Filastrio. L’arca è composta da una base con un paliotto ottocentesco raffigurante l’Ultima Cena e cinque formelle che raccontano episodi della vita di Sant’Apollonio, tra cui la sua predica e la morte. Sopra, un’edicola con la figura solenne di Apollonio in abiti vescovili sorregge un fastigio con la Madonna e il Bambino. Ai lati ci sono statue di Faustino e Giovita, mentre una scritta ricorda il Collegio dei Notai, che finanziò il monumento. L’autore non è noto, ma si ipotizzano artisti come Giovanni Antonio Amadeo o Maffeo Olivieri.

Crocifisso ligneo

Crocifisso ligneo

Il Crocifisso, datato 1502, è un’opera in legno intagliato e policromato di Francesco Giolfino, scultore veronese. Proveniente dalla bottega di una famiglia di scultori, Giolfino si trasferì a Brescia, dove influenzò notevolmente gli artisti locali. Il Crocifisso originariamente apparteneva alla cattedrale paleocristiana di San Pietro de Dom e fu poi collocato nel primo altare a destra della nuova cattedrale. L’opera presenta influssi tedeschi nei toni drammatici ed espressionistici, ma anche influenze del Rinascimento, come il Mantegna. La figura di Gesù esprime una tensione contenuta, visibile nel dolore del volto e nelle guance consunte. Solo parte della cromia originale è conservata, con alcune riprese nei colori dei capelli e della barba. Il Crocifisso è collocato sopra un altare in marmi policromi del XVIII secolo. Accanto ad esso si trova una scultura tedesca della Dormitio Virginis, mentre sopra l’altare è una lunetta con il “Sacrificio di Isacco” dipinto da Moretto (1530-1535). Al centro della mensa dell’altare è presente un’urna marmorea con i resti di Sant’Anatalone, primo vescovo di Brescia.

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