La chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta si trova nel centro abitato di Ghedi, nella Bassa Orientale bresciana. Il fabbricato ha un’impronta architettonica cinquecentesca, a pianta rettangolare terminante sul presbiterio absidato, ed è orientato a ovest. La facciata, nettamente distinta in due fasce da una rilevata cornice, è ritmata da semplici lesene: nell’ordine inferiore, vi è presente il portale di ingresso completo di stipiti e coronamento mistilineo e due finestre rettangolari ai lati; nel registro superiore, vi risiede una serliana e due nicchie laterali contenenti altrettante statue. L’intero prospetto è completato frontone triangolare coronato da una croce metallica, in corrispondenza della linea di colmo, e da due acroteri laterali. Il possente campanile, in muratura portante, risiede sul lato sud dell’edificio. La fabbrica è a navata unica con presbiterio poligonale allungato e profondi altari ricavati nelle pareti. L’interno è scandito da lesene binate, alternate da nicchie contenenti statue, e da un cornicione aggettante che segna l’imposta delle strutture di copertura, a volta a botte nella navata e nel presbiterio, a semicupola nella parte absidata di quest’ultimo. I finestrini presenti sui fianchi consentono l’illuminazione naturale dell’intera aula.
XVII – La chiesa parrocchiale di Ghedi fu edificata nella prima metà del XVII secolo, secondo il Guerra, su disegno dell’architetto bresciano Gioban Antonio Avanzi. Deliberata la fabbrica nel nel 1606 e iniziata in tale anno come indica la data sulla porta, era ancora in costruzione nel 1619.
XIX – La chiesa è stata restaurata alla fine del XIX secolo, così come ricordano le date (1893-1896) riportate nella lapide sopra la porta principale: “Nel luogo di altra chiesa Vetusta questo tempio sacro alla Vergine Assunta più ampio con nuovo concetto si eresse l’anno MDCVI amministratori e popolo restaurarono abbellirono auspici don Andrea Plevani parroco dall’anno MDCCCXCIII all’anno MDCCCXCCII”.
XX – La volta della chiesa fu dipinta da Gaetano Cresseri, mentre le figure e le decorazioni del catino absidale sono opera di Vittorio Trainini (1963).
XX – L’organo venne costruito, in cassa antecedente, da Diego Porro nel 1907.