La chiesa di S. Maria delle Grazie, detta comunemente del Convento, è dedicata anche a S. Nicola da Tolentino.
L’articolazione architettonica segue il modello della monoaula scandita da archi trasversali che creano stretti comparti laterali, secondo un modulo piuttosto diffuso in zona.
La pianta rettangolare è orientata ad est e presenta tre absidi, la centrale coperta da volta a vele. L’abside settentrionale è sormontata da un campanile a tre livelli, con cella campanaria caratterizzata da aperture a bifora.
Due sono i portali, introdotti da due gradinate in ghiandone: il maggiore in facciata e il minore sul fianco meridionale. Gli stipiti, scolpiti con motivi decorativi rinascimentali, sono attribuiti a Giovan Pietro da Musso (1514). Al di sopra si trovano due lunette con tracce di affreschi.
L’interno della chiesa presenta una chiara ed elegante maestosità, con cinque imponenti archi a sesto acuto che, prolungandosi a terra con contrafforti piuttosto sporgenti, dividono lo spazio laterale in cappelle, separate dalla navata centrale anche dal rialzo di due gradini.
La luminosità dell’edificio è favorita da una serie di lunghe e strette finestre in facciata (dove si trova anche uno splendido rosone con vetri istoriati), sul fianco meridionale e nella zona absidale.
La decorazione degli arconi è affidata ad un’unica campagna decorativa ad affresco, risalente al 1496 e realizzata da Bartolomeo de’ Benzi, che sviluppa alcuni motivi fitomorfi o geometrici per le principali sezione architettoniche e alcuni tondi figurativi con i busti di santi dell’ordine agostiniano; al di sopra dell’arco trionfale si trova l’affresco della Vergine Assunta.
Tutti gli spazi delle cappelle laterali sono decorati da affreschi realizzati in epoche e da autori diversi, l’ultimo dei quali è Giulio Quaglio (1732).
L’altare maggiore è caratterizzato dalla presenza di un’ancona lignea, scolpita, intagliata e dorata, ornata con statue di santi dell’ordine agostiniano e ralizzata nel 1619.
VI – Sul luogo ove si trova il complesso della chiesa di S. Maria delle Grazie e dell’annesso convento agostiniano (ora di proprietà comunale e in parte occupato dalla biblioteca) sorgeva sin dal secolo VI l’oratorio di S. Salvatore, che la tradizione vuole costruito da S. Prospero, Vescovo di Como (+ 565).
1467 – L’origine del complesso è da ricercarsi nel tardo Medioevo, più precisamente nel 1467 quando i Gravedonesi, con bolla di Papa Paolo III, lo costruirono con gli Eremitani di S. Agostino che vi rimasero fino alla soppressione del monastero, avvenuta nel 1772.
1474 – Nel 1474 Galeazzo Sforza, duca di Milano, contribuì finanziariamente alla fabbrica, che aveva avuto un inizio difficoltoso.
1496 – Tra il 1496 e il 1520 si realizzò il maggior impegno decorativo dell’interno, con successive fasi stilistiche: dagli episodi più tradizionali degli archi trasversali e della “Deposizione”, ai primi aggiornamenti in direzione bramantesca e leonardesca della “Vergine tra S. Pietro e S. Giovanni Battista” e della cappella di S. Antonio, fino alla decisa scelta bramantiniana dei cicli di “S. Giovanni Battista” e “S. Agata”.
1514 – Nel 1514 è documentata la presenza dello scalpellino Giovan Pietro da Musso per la realizzazione dei due portali in marmo di Musso di scuola rodariana che consentono l’ingresso in facciata e sul lato destro della chiesa.
1960 – Nel 1960 fu effettuato il rifacimento della copertura: sopra ogni travetto dell’orditura secondaria fu inchiodato un altro listello di legno su cui fu fissato l’assito di sacrificio dove furono inchiodate le piode “bergamasche”.
2006 – Nel 2006 sono stati rifatti i serramenti della chiesa.
2008 – Nel 2008 sono state restaurate le facciate est e nord ella chiesa.
2013 – In data 13.4.2013 sono iniziati i lavori di restauro conservativo della copertura della chiesa, terminati nell’ottobre 2013.