La chiesa di S. Maria fu costruita tra il 1476 e il 1482 per custodire un’icona miracolosa, la Madonna col Bambino di cui si registra un miracolo nel 1242.
Il committente fu il duca Galeazzo Maria Sforza; per alcuni studiosi, il progettista fu un giovane pittore marchigiano, Donato Bramante.
Il vero colpo di genio è la soluzione trovata per il presbiterio: non potendo concludere l’edificio con un quarto braccio per la presenza di una strada assai frequentata, Bramante fece costruire un finto spazio in prospettiva con una volta in stucco profondo soltanto 97 centimetri ma in grado di suggerire una profondità molto maggiore.
È l’antesignano di tanti esempi di trompe l’oeil dei successivi sviluppi della storia dell’arte, anche se, a dire il vero si tratta di una soluzione già impiegata nella scultura.
La chiesa è detta “presso S. Satiro” dal nome del sacello dedicato al santo fratello di Ambrogio e commissionato dall’arcivescovo Ansperto nel 879.
Ora il sacello è detto Cappella della Pietà dal Compianto sul Cristo Morto (Agostino de Fondulis, 1482) che vi si ammira.
Si accede alla cappella (o la si ammira da una porta a vetri, se chiusa) dal transetto sinistro della chiesa principale.
All’inizio della navatella destra si può visitare la Sacrestia monumentale, a pianta ottagonale: splendido gioiello rinascimentale da ammirare.
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Il nucleo più antico del complesso fu fondato nel IX secolo per volere di Ansperto, vescovo di Milano, come una piccola chiesa dedicata a san Satiro, san Silvestro e sant’Ambrogio.
L’anno esatto della fondazione risalirebbe all’876 secondo lo storico medievale Filippo di Castelseprio all’868 secondo quanto riportato da Serviliano Lattuada nella sua Descrizione di Milano, all’869 secondo la Historia Patriae dello storico milanese Tristano Calco.
La presenza di tale chiesetta è citata in documenti datati 972, 1087 e 1103, in cui viene confermata la giurisdizione dei monaci benedettini di Sant’Ambrogio sul piccolo edificio di culto e sullo xenodochio annesso
Acquistati i terreni nel 1474, i lavori per la costruzione della nuova chiesa iniziarono nel 1478 per volere del duca Gian Galeazzo Sforza e della madre reggente Bona di Savoia, con il duplice obiettivo di consolidare il culto mariano e di abbellire la città con un edificio monumentale di pregio l’ingaggio dell’architetto urbinate Donato Bramante avvenne solo tra il 1480 e il 1482, mentre è attestata al 1483 la prima commissione per la decorazione interna allo scultore di scuola padovana Agostino Fonduli, quando la struttura muraria era già stata completata.
Nel 1486 furono iniziati i lavori per la decorazione della volta, mentre nello stesso anno venne assunto Giovanni Antonio Amadeo per la realizzazione della facciata, che vide completato soltanto lo zoccolo e non fu mai terminata.
Un’ipotesi suggestiva, derivata da alcuni progetti presenti nel codice Ashburnham, suggerisce la presenza di Leonardo Da Vinci nei cantieri di restauro del sacello di San Satiro, eseguiti tra il 1492 e il 1499: i progetti leonardeschi non vennero però mai eseguiti a vantaggio della soluzione del Bramante. I lavori per la decorazione esterna della chiesa vennero definitivamente conclusi nel 1518.
La cronologia dei lavori della chiesa dopo i primi anni del Cinquecento è meno esaustiva rispetto a quella dei primi anni, tuttavia nel 1569 il cardinale Carlo Borromeo durante una visita pastorale annotò la presenza nella chiesa di quindici “cappelle”, termine che all’epoca poteva indicare anche la semplice presenza di un piccolo altare decorato con una pala: decorazioni per la maggior parte andate perdute.
Con l’operato del cardinale Borromeo e l’avvento in città del nuovo ciclo artistico legato alla Controriforma, la chiesa perse gradualmente importanza e considerazione nel patrimonio artistico cittadino, tanto che l’edificio non compare in nessuna delle numerose raffigurazioni di edifici cittadini dei due secoli successivi.
Cosa vedere
Scopri le opere presenti presso Chiesa di Santa Maria presso San Satiro (Milano)