La chiesa di Giangiacomo d’Ardia è il progetto vincitore del concorso “Tre chiese per il 2000” indetto dalla Diocesi nel 1989 per il quartiere Gallaratese a Milano. I quattro bastioni angolari dell’edificio sorreggono una grande vela ribaltata che chiude l’aula assembleare, illuminata dalla parte vetrata al di sotto della copertura. Le cappelle passanti si sviluppano anche all’esterno intorno al sagrato. Gli arredi sono realizzati da Ettore De Vecchi in collaborazione con il progettista
Impianto urbanistico e contesto di riferimento
Il progetto è risultato vincitore del concorso “Tre chiese per il 2000” indetto dalla Diocesi di Milano nel 1989 e inserito nel più grande “Piano Montini” per venticinque nuovi complessi parrocchiali, attivo negli stessi anni. L’edificio sorge nel quartiere Gallaratese di Milano, a pochi passi dalla fermata metro di Bonola. L’impostazione solenne è stata selezionata dalla giuria del concorso e ritenuta dalla comunità adatta a creare un punto di riferimento solido e riconoscibile all’interno di una zona dove prevalgono grandi palazzi abitativi, servizi sociali diradati e molte strade di scorrimento. La struttura viene costruita tra il 1997 e il 1999, anche se i costi elevati hanno fatto rinunciare ad alcuni elementi quali il campanile, l’ala meridionale con il salone dell’oratorio e tre aule con l’appartamento delle suore. La sua disposizione non segue nessun andamento stradale, ma la scelta di rivolgersi all’interno del quartiere suggerisce l’esigenza di offrire uno spazio aperto per la comunità, ponendosi in relazione con l’altra parrocchia presente dall’altra parte del Gallaratese, San Leonardo da Porto Maurizio.
Facciata principale
L’ingresso principale è collocato in fondo ad un ampio sagrato esterno delimitato ai lati da due portici non finiti; essi presentano una balconata al piano superiore e rappresentano la continuazione delle cappelle e del camminamento interno. In questo modo lo spazio aperto di fronte alla chiesa assume un valore architettonico che lo distingue dalle aree circostanti. Il porticato di sinistra è saldato ad un corpo longitudinale, affacciato su via Falck, che si sviluppa per il lato lungo della chiesa e oltre ad essa: esso ospita i servizi parrocchiali, la casa del sacerdote e la sagrestia. Inoltre contiene un piccolo cortile aperto che introduce all’ingresso secondario alla chiesa. La facciata principale è invece inquadrata da un arco in cemento a vista che contrasta con il rivestimento in pietra chiara a listelli; al di sopra dell’ingresso il prospetto è formato da una vetrata senza infissi che permette l‘entrata della luce naturale all’interno della navata; infine il prospetto termina con una vela rovesciata in acciaio che appare sospesa sull’intero edificio. L’accostamento di diversi materiali (pietra, cemento, vetro e acciaio) determina una varietà compositiva che rende meno monumentale l’impianto della chiesa e si presenta come una moderna interpretazione di elementi tradizionali dell’architettura sacra quali il porticato, l’arco e la vela.
Organizzazione interna
Lo spazio interno è costituito da un’unica navata con le cappelle laterali passanti. In fondo viene collocata la zona dell’altare in posizione rialzata. L’ambiente si presenta molto semplice e scarno poiché mantiene lo stesso rivestimento esterno per tutte le parti e non si sviluppa in volumi articolati: la chiesa infatti termina con una semplice parete con una panca addossata alla superficie per ospitare il clero durante le funzioni. Al di sopra domina su tutto l’ambiente un Crocifisso e più in alto una successione di bucature che rivelano il passaggio di una balconata: essa corre per tutto il perimetro come un moderno matroneo e mette in collegamento le quattro torri angolari visibili anche dall’esterno. L’ambiente inoltre si presenta molto luminoso per la porzione vetrata, al di sotto della copertura, che continua anche ai lati. Infine sul lato sinistro sono presenti, a partire dall’ingresso, il battistero e la cappella feriale, collocati in volumi autonomi ma in stretta relazione con la celebrazione che si svolge nell’aula assembleare. Interessante risulta il rapporto tra pieni e vuoti presenti ai lati: le nicchie delle cappelle al livello inferiore si alternano con le aperture della parete che ripara il camminamento al livello superiore.
Caratteristiche strutturali
La struttura viene realizzata in cemento armato rivestito esternamente ed internamente in pietra. Il volume compatto, che richiama una fortezza, si serve di quattro bastioni posizionati sugli angoli che permettono, tramite tiranti e travi reticolari, la sospensione dell’enorme copertura in acciaio.
Aspetti liturgico-pastorali
L’edificio viene pensato come un organismo unitario che si presenta come un sicuro luogo di raccolta e di condivisione per la comunità dispersa all’interno del quartiere. L’ambiente luminoso serve a mantenere una relazione con la realtà circostante per annullare l’effetto di oppressione dato da un’architettura così massiccia; nessuna decorazione distrae il fedele dall’altare che, proprio per la sua semplicità, si presenta come un punto visivo efficace all’interno di uno spazio interno piuttosto omogeneo.
Opere d’arte
Le opere e gli arredi sono state realizzate da Ettore De Vecchi in collaborazione con il progettista, con una particolare attenzione alla semplicità comunicativa dei manufatti. Un esempio è dato dal rapporto tra il grande Crocifisso ligneo smaltato e l’altare, composto da due elementi geometrici che richiamano la copertura e il volume della chiesa: essi sono posizionati in asse tra loro per rimarcare la centralità del loro ruolo e sono espressione di una progettazione unitaria. Molto efficace risulta anche l’illuminazione puntuale delle lampade semicircolari la cui forma, ancora una volta, richiama la copertura; allo stesso modo l’arco ribassato viene usato non solo in copertura e sull’altare, ma anche nell’accesso e nelle cappelle laterali. Infine il basamento della mensa è decorato a mosaico con una croce dorata su sfondo grigio: il motivo viene ribaltato nella Via Crucis disposta lungo il perimetro della chiesa.
1989 – Il progetto della chiesa, ad opera dell’architetto Giangiacomo D’Ardia e Arianna Zattera, risultò vincitore del concorso “Tre chiese per il 2000”, indetto dalla Diocesi di Milano nel 1989 e inserito nel più grande “Piano Montini” per venticinque nuovi complessi parrocchiali, attivo negli stessi anni.
1996 – La maggior parte del complesso ecclesiastico, previsto nel quartiere Gallaratese per volontà del cardinale Carlo Maria Martini, venne realizzato per la maggior parte nella seconda metà degli anni Novanta del Novecento. Ci furono alcune omissioni a causa di problem economici, tra cui il campanile, l’ala meridionale con il salone e le aule dell’oratorio e l’appartamento delle suore.
2002 – All’inizio di Aprile vennero collocati nella chiesa l’ambone e l’altare maggiore definitivo.
2003 – A causa di cedimenti strutturali, il muro perimetrale sul lato occidentale – che secondo il progetto originario avrebbe dovuto essere completato con altre aule del centro parrocchiale, venne demolito.
2005 – La parrocchia di San Romano venne ufficialmente trasferita da via Consolini a via Falck.
2013 – Negli ultimi anni sono stati intrapresi lavori vari: realizzazione del nuovo impianto di amplificazione e del nuovo impianto di teleriscaldamento, pulitura delle vetrate, installazione di nuovi luci led per il presbiterio.
2017 – Con Decreto vescovile dell’11 settembre la denominazione della parrocchia fu cambiata in “Parrocchia Beato Antonio Rosmini in S. Ambrogio ad Urbem”.
2018 – La chiesa è stata dedicata il 10 febbraio dal arcivescovo di Milano, Mario Delpini.
Breve biografia dell'architetto
Giangiacomo d’Ardia è un architetto che lavora sui temi della città storica con un approccio che non rifiuta i materiali e i metodi della ricerca contemporanea. La sua ricerca si propone di lavorare all’interno della città consolidata con progetti che non perdano la loro identità e allo stesso tempo non siano estranei al contesto: un esempio è dato dalla ristrutturazione di Piazza di Pietra a Roma, con Carmen Andriani, il progetto per il Borghetto Flaminio a Roma (1995), e il progetto per il ponte dei Congressi a Roma (1999). Accanto all’attività professionale ha costruito un’importante carriera accademica che lo ha portato in giro per il mondo e in particolare al Politecnico di Milano e all’Università degli Studi “G. D’Annunzio”. Inoltre ha svolto ricerche per conto del CNR e ha fatto parte del comitato redazionale della rivista “Area”.
Insieme a Carmen Andriani ha progettato il complesso parrocchiale di San Sisto a Perugia (1999).