il santuario è ricavato da una grotta naturale, aperta in una montagna a strapiombo sulla Valle. L’accesso al santuario è possibile mediante due strade: la prima è un sentiero in cui si incontrano otto cappelle dedicate ai Misteri Mariani e alla storia della giovane sordo-muta. La seconda è mediante la strada principale. Giunti sul piazzale della grotta, si nota una cappella chiusa da inferriata che custodisce il simulacro della Madonna della Cornabusa. La grotta vera e propria si apre alla gente con semplicità, e offre uno spazio abbastanza vasto: la navata è unica, a pianta rettangolare e accoglie le sedie per i fedeli e altri altari costruiti posteriormente. Molti ex voto e alcune lapidi commemorative sono appese alle pareti della navata. Il presbiterio è accessibile mediante due gradinate poste a sinistra e a destra di esso. Nello spazio dedicato al coro è presente una vasca, simbolo del Battesimo. Il tabernacolo custodisce la santa iconografia della Madre Addolorata con il Cristo in grembo
1350 – secondo la leggenda, la Valle era scossa dalla guerra tra Guelfi e Ghibellini. Per trovare scampo dalle violenze e dai saccheggi, gli abitanti del piccolo villaggio di Cepino di Sant’Omobono Imagna si ripararono in una ‘corna busa’ che nel dialetto bergamasco significa ‘roccia buca’, che doveva presentarsi come una grande cavità naturale costituita da due enormi pareti tagliate nello sperone montagnoso. Ciascun rifugiato si era portato qualche minimo oggetto più caro o indispensabile, e una delle anziane del paese portò con sé l’effigie di Maria Vergine Addolorata, sotto forma di una statuetta lignea. Le persone qui rifugiate scamparono al pericolo della cattura e decisero quindi,come ringraziamento alla invocata Madre Vergine Addolorata, di lasciare il simulacro ligneosul posto
1510 – la prima documentazione ufficiale sull’utilizzo della grotta come luogo di culto è del 4 febbraio, quando il vescovo concesse la facoltà di celebrare la liturgia eucaristica
1861 – nello Stato del clero della diocesi di Bergamo, la parrocchia di Cepino aveva la cura di 436 parrocchiani. Chiesa dipendente era il santuario di Maria Santissima, chiamato comunemente “alla Corna Busa”
1938 – venne costruita una prima muraglia di protezione al piazzale antistante la grotta ma, senza motivo apparente, crollò, fortunatamente senza provocare vittime;tale muro venne rifatto due anni dopo
1950 – il santuario viene rinnovato completamente
1958 – venne realizzata una nuova strada accade d’accesso al santuario, senza interferire con la storica mulattiera
1991 – viene ristrutturata la zona presbiterale e ricomposti i relativi arredi liturgici
2013 – ristrutturazione e riqualificazione dell’intero santuario